martedì 10 giugno 2008

41ESIMO ANNIVERSARIO DELLA GUERRA DEI SEI GIORNI

Quando nel 1967 Israele occupò la Cisgiordania e la Striscia di Gaza per i palestinesi fu una seconda nakba. la guerra provocò 300mila nuovi profughi che andarono ad aggiungersi a quelli del 48. Molti erano al loro secondo esilio. La vittoria di Israele in sei giorni mise in luce non solo la debolezza dell'appoggio degli stati arabi alla causa palestinese, ma anche l'enorme sostegno internazionale che riscuoteva Israele da parte dei media e dell'opinione pubblica secondo cui si stava assistendo alla vittoria di un novello Davide. In realtà la guerra era il risultato della politica di espansione israeliana volta a conquistare nuovi territori e nuove risorse idriche, in particolare le acque del Giordano.
La versione secondo cui sarebbe stato l'Egitto ad attaccare Israele non regge alla prova dei fatti. Sebbene la guerra sia stata presentata come una risposta a un imminente attacco dell'Egitto e degli altri paesi arabi, contro cui IsrAELE AVEVA IL DIRITTO DI DIFENDERSI, DI FRONTE AI CLAMOROSI PREPARATIVI DI GUERRA DA PARTE DI ISRAELE NON CI FU UNA RISPOSTA DA PARTE DEGLI STATI ARABI LA CUI AVIAZIONE FU DISTRUTTA A TERRA PER IL 90% DALL'AVIAZIONE ISRAELIANA. GLI STATI arabi FURONO COLTI DI SORPRESA PERCHÈ NON SI ERANO AFFATTO PREPARATI ALLA GUERRA.
Quando sei giorni dopo la guerra finì Israele aveva occupato Le alture del Golan, il Sinai, la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est da cui cercò di cacciare la popolazione con i metodi del 48. Tutti gli edifici importanti della parte araba di Gerusalemme furono distrutti, al loro posto Israele costruì case moderne e fortificate per i nuovi coloni. Lo scopo era cancellare ogni traccia di storia e cultura araba dalla città che subì danni incalcolabili.
Tutto ciò fu definito da Israele "riunificazione di Gerusalemme" e mentre ancora l'ONU stava considerando la questione annunciò al mondo l'avvenuta annessione di Gerusalemme est. Annessione che nessuno stato ha accettato e tuttavia mai sono stati fatti dei tentativi concreti per imporre la restituzione.
La popolazione palestinese si trovò a fronteggiare una nuova tragredia. La striscia di Gaza fu separata dalla Cisgiordania, mentre nascevano lecolonie che interrompevano la continuità territoriale e costringevano i palestinesi a vivere in un territorio sempre più frammentato, in enclaves sempre più somiglianti ai bantustan sudafricani.Le case dei coloni erano fornite di pompe potenti per prelevare l'acqua dal sottosuolo ciò prosciugava i pozzi dei palestinesi che però non avevano il permesso di scavarne di nuovi.
Anche in Israele l'occupazione aprì contraddizioni e portò conseguenze.
La prima contraddizione fu quella di aver conquistato un territorio con l'idea di fare la "grande Israele" territorio che però era abitato dai palestinesi, ciò significava che la popolazione ebraica sarebbe diventata una minoranza, cosa che secondo Josep Weitz, vicepresidente del Fondo nazionale Ebraico "può causare la distruzione del nostrro stato".
Sul piano morale le conseguenze dell'occupazione furono disastrose. Inganni, menzogne aggressioni e continui abusi usati per mantenere i territori occupati produssero un'atteggiamrento mentale che era il contrario dell'etica ebraica ma anche dell'idealità sionista. I kizzuz persero la loro organizzazione socialista e si avviarono a diventare aziende e alberghi con mano d'opera palestinese. Ci fu un rafforzamento dell'esercito sia sul piano numerico che tecnologico che influenzò e pesò su tutta la società. Si sviluppò un'imponente industria militare che strinse rapporti di collaborazione con il Sudafrica razzista dell'epoca, specie sul nucleare, e con gli Stati uniti.
Sulla società le conseguenze dell'occupazione furono il prodursi di una mentalità militarista, di un crescere della violenza anche all'interno delle famiglie dove si rigetta lo stress di 4o anni di occupazione da parte dei militari impegnati fino a 40 anni di età nell'esercito e un imbarbarimento generale della società.

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