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venerdì 2 marzo 2012

Tav. Val di Susa. Una battaglia rivoluzionaria per la democrazia

Paolo Baldeschi dal sito http://eddyburg.it/article/articleview/18631/0/344/ ,



Una battaglia rivoluzionaria, non perché usi la violenza, ma perché, le ragioni dei No-Tav, se fossero accolte, implicherebbero una ‘rivoluzione’ nel sistema partitico-imprenditoriale-tangentizio italiano. Tutto ciò è esaurientemente spiegato ne Il libro nero dell’alta velocità di Ivan Cicconi. Il libro, documentato oltre possibile dubbio, spiega non solo le vicende, ma le ragioni strutturali di un affare, l’Alta Velocità, che è, dopo tangentopoli, il nuovo banco di finanziamento dei partiti, della casta e, Fiat in testa, dei capitalisti nostrani. E’ un sistema che sfugge a ogni controllo tecnico, contabile e di legittimità e si autoalimenta sestuplicando (come di fatto è accaduto) il costo delle opere.
La chiave dell’architettura è il Project financing combinato alla Legge Obiettivo. Lo stato avrebbe dovuto finanziare attraverso Tav (dal 2010 sciolta in Rete ferroviaria italiana) un quaranta per cento del costo dell’opera, il sessanta i privati; i quali, però, di tasca propria hanno messo gli spiccioli, il resto se lo sono fatto prestare dalle banche, meglio se da loro partecipate. Ma non basta, perché per legge (obiettivo) il General Contractor dell’opera, soggetto privato scelto da Tav, affida direttamente progettazione e realizzazione delle opere a imprese collegate e rappresentative di tutto il capitalismo immobiliare e cementizio italiano: da Caltagirone a Lodigiani, da Todini a Ligresti passando per la Lega delle cooperative, oltre, capofila, Impregilo della Fiat; il tutto senza gare d’appalto e via ‘per li rami’, cioè per sub-appalti e sub-sub-appalti, fino ad arrivare alle imprese della mafia e della camorra.
Con una fondamentale clausola: che i privati sono concessionari dell’opera per la ‘realizzazione’, ma non per la ‘gestione’. Ciò significa che più alti sono i costi di costruzione, più si guadagna, mentre che l’opera fuzioni e faccia profitti non interessa. Come si è puntualmente verificato, con i nostri 60 milioni di euro a km contro i 10 di Spagna e Francia: una differenza che include ben altro che le gallerie e i viadotti. Un ultimo pregio: in quanto opera formalmente privata i debiti non vengono contabilizzati nel bilancio dello stato, ma di fatto le Ferrovie italiane e quindi lo stato ne garantiscono la solvibilità. La grande truffa è quindi un capolavoro politico-imprenditoriale per cui comandano i privati, pagano i contribuenti e guadagnano, oltre che gli imprenditori, i partiti, la casta, includendovi l’enorme numero di società di consulenza, advisors, esperti, progetti, consigli di amministrazione di società operative controllate, garanti, comitati, distribuiti in tutte le direzioni politiche.
Il risvolto tragico della vicenda è che l’alta velocità in Italia non serve, almeno non nel modello francese, ma piuttosto in quello tedesco o austriaco: velocità più ridotte, stazioni più frequenti, adeguamento del materiale rotabile esistente; con un unico difetto però: di costare troppo poco rispetto a faraoniche progettazioni di linee ferroviarie dedicate, sottoattraversamenti urbani – i cosiddetti ‘nodi’ - massicci acquisti di nuovo materiale rotabile. E, peggio ancora, la nostra alta velocità viene realizzata per tratte su cui è illusorio il pareggio di bilancio (ma la gestione, si è visto, non spetta ai privati): pagherà lo stato. Come a Val di Susa, dove, si sa, l’adeguamento del sistema ferroviario attuale sarebbe già ampiamente sovrabbondante rispetto alla domanda.
Insomma si distrugge il territorio, si inquina l’ambiente, si prosciugano fiumi e sorgenti, si trivellano le montagne e mettono a nudo rocce amiantifere, si mettono a rischio città e cittadini, tutto perché il sistema macini ancora guadagni sicuri per una cupola politico-affaristica e altrettanto sicuri debiti per le incolpevoli ‘generazioni future’.
Qui si dovrebbe vedere alla prova un governo serio non solo nell’immagine; che puntasse a uno sviluppo ben diverso da quello millantato delle grandi opere, aumentando l’occupazione e tagliando i costi; ma, anche se Monti avesse il coraggio di andare contro gli interessi del suo establishment, una mossa decisa verso la normalizzazione del sistema significherebbe, presumibilmente, il ritiro dell’appoggio al governo da parte di Pdl e Pd. Tutto ciò per ricordare, ancora una volta, che la battaglia dei no-Tav per la Val di Susa prima ancora che per la difesa sacrosanta del proprio ambiente di vita, è una battaglia ‘rivoluzionaria’ per una diversa democrazia. Ridurla a una cronaca di incidenti, come fanno non solo le testate televisive, ma anche gran parte della stampa, significa non avere compreso la vera posta del gioco; o farne parte.

SIAMO STATI IN VAL DI SUSA ED ABBIAMO CAPITO

http://siamostatiinvaldisusa.wordpress.com/
http://www.facebook.com/pages/Siamo-stati-in-Val-di-Susa-e-abbiamo-capito/315037188552577

SIAMO STATI IN VAL DI SUSA ED ABBIAMO CAPITO

Siamo stati in Val di Susa ospiti degli abitanti della valle: insegnanti, agricoltori, pensionati, studenti e abbiamo visto:
Un luogo attraversato da due strade statali, un'autostrada, un traforo, una ferrovia, impianti da sci, pesanti attività estrattive lungo il fiume
Persone che continuano a curare questo territorio già affaticato da infrastrutture ed attività commerciali e cercano di recuperare un rapporto equilibrato con l’ambiente e la propria storia.
Una comunità che crede nella convivialità e nella coesione sociale e coltiva forti rapporti intergenerazionali.

Abbiamo capito che in Val di Susa non è in gioco la realizzazione della ferrovia Torino-Lione, bensì un intero modello sociale. Un popolo unito e coeso, una comunità forte non può essere assoggettata a nessun interesse nè politico, nè economico. E’ interesse di tutti i poteri forti dividere, isolare, smembrare per poter meglio controllare e favorire interessi particolari.

Abbiamo capito perché tutto l’arco costituzionale vuole la TAV, non è dificile, basta guardare alle imprese coinvolte:

Cmc (Cooperativa Muratori e Cementist) cooperativa rossa, quinta impresa di costruzioni italiana, al 96esimo posto nella classifica dei principali 225 «contractor» internazionali che vanta un ex-amministratore illustre, Pier Luigi Bersani, si è aggiudicata l’incarico (affidato senza gara) di guidare un consorzio di imprese (Strabag AG, Cogeis SpA, Bentini SpA e Geotecna SpA) per la realizzazione del cunicolo esplorativo a Maddalena di Chiomonte. Valore dell’appalto 96 milioni di Euro.

Rocksoil s.p.a società di geoingegneria fondata e guidata da Giuseppe Lunardi il quale ha ceduto le sue azioni ai suoi familiari nel momento di assumere l’incarico di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Nel 2002, la Rocksoil ha ricevuto un incarico di consulenza dalla società francese Eiffage, che a sua volta era stata incaricata da Rete Ferroviaria Italiana (di proprietà dello stato) di progettare il tunnel di 54 Km della Torino-Lione che da solo assorbirà 13 miliardi di Euro. Il ministro si è difeso dall’accusa di conflitto di interessi dicendo che la sua società lavorava solo all’estero.

Impregilo è la principale impresa di costruzioni italiana. È il general contractor del progetto Torino-Lione e del ponte sullo stretto di Messina. Appartiene a:
33% Argofin: Gruppo Gavio. Marcello Gavio è stato latitante negli anni 92-93 in quanto ricercato per reati di corruzione legati alla costruzione dell’Autostrada Milano-Genova. Prosciolto successivamente per prescrizione del reato.
33% Autostrade: Gruppo Benetton. Uno dei principali gruppi imprenditoriali italiani noto all’estero per lo sfruttamento dei lavoratori delle sue fabbriche di tessile in Asia e per aver sottratto quasi un milione di ettari di terra alle comunità Mapuche in Argentina e Cile
33% Immobiliare Lombarda: Gruppo Ligresti. Salvatore Ligresti è stato condannato nell’ambito dell’inchiesta di Tangentopoli pattuendo una condanna a 4 anni e due mesi dopo la quale è tornato tranquillamente alla sua attività di costruttore.

Abbiamo capito che l’unico argomento rimasto in mano ai politico-imprenditori ed ai loro mezzi di comunicazione per giustificare un inutile progetto da 20 miliardi di euro mentre contemporaneamente si taglia su tutta la spesa sociale è la diffamazione. Far passare gli abitanti della Val di Susa come violenti terroristi. Mentre noi abbiamo visto nonni che preparavano le torte, appassionati insegnanti al lavoro, agricoltori responsabili, amministratori incorruttibili.

Abbiamo capito che questo è l’unico argomento possibile perchè ormai numerosi ed autorevoli studi, di cui nessuno parla, hanno già dimostrato quanto la TAV sia economicamente inutile e gravemente dannosa.

Questi i principali:

Interventi scientifici e studi relativi all'Alta Velocità Torino-Lione dei ricercatori del Politecnico di Torino: http://areeweb.polito.it/eventi/TAVSalute/

Analisi degli studi condotti da LTF in merito al progetto Lione-Torino, eseguiti da COWI, rinomato studio di consulenza che lavora stabilmente per le istituzioni europee: http://ec.europa.eu/ten/transport/priority_projects/doc/2006-04-25/2006_ltf_final_report_it.pdf

Contributo del Professore Angelo Tartaglia, del Politecnico di Torino: http:/www.notav.eu/modules/Zina/Documenti/2010_11-Angelo%20Tartaglia%20confuta%20teorie%20S%EC%20TAV%20On.%20Stefano%20Esposito.pdf

Analisi economica del Prof. Marco Ponti del Politecnico di Milano
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002454.html

Rapporto sui fenomeni di illegalità e sulla penetrazione mafiosa nel ciclo del contratto pubblico del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro:
http://www.notav.eu/modules/Zina/Documenti/2008_Rapporto%20sugli%20appalti.pdf

Risultanze del controllo sulla gestione dei debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture ferroviarie e per la realizzazione del sistema “Alta velocità”:
http://www.notav-avigliana.it/doc/delibera_25_2008_g_relazione.pdf

Presentazione dell'Ingegnere Zilioli, in relazione a “EFFETTI TAV - STUDI EUROPEI/buone pratiche e cattivi esempi”
http:/www.comune.re.it/retecivica/urp/retecivi.nsf/PESIdDoc/CE2F74FF4EBDC0A7C125783000474080/$file/Presentazione%20Ing.%20Zilioli.pdf

Ricerca del Politecnico di Milano sull’alta velocità in Italia che svela un buco di milioni di utenti.
http://www.tema.unina.it/index.php/tema/article/view/486

NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO, COSTRUIAMO LA NOSTRA INFORMAZIONE DAL BASSO, INOLTRA E DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO.

Primi firmatari:
Caterina Amicucci, Sara Taviani, Carla Cipolla, Paolo Carsetti, Andrea Baranes, Antonio Tricarico, Giulia Franchi, Luca Manes, Carlo Dojmi di Delupis, Elena Gerebizza, Luca Bianchi, Laura Boschetto, Vitaliana Curigliano, Chiara Berlingardi, Stefania Grillo, Pamela Teoli, Adriana Rosasco, Benedetto Calvo, Riccardo Carraro, Stefania Pizzolla, Andrea Cocco, Filippo Maria Taglieri, Sara Turra, Andrea Provvisionato, Michela Bortoli, Francesco Martino, Silvia Nesticò, Dario Radi, Elena Cavassa, Mario Martone, Anna Ferrari

per aderire posta un commento su:
http://siamostatiinvaldisusa.wordpress.com/

giovedì 1 marzo 2012

Val di Susa un pò di verità

COMUNICATO

Era nell’aria da giorni.
E stamattina, pochi minuti dopo le otto è arrivata la logica prosecuzione delle mire espansionistiche dei cantieri del TAV nella val Susa. Ci siamo trovati in pochi in baita circondati da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, che affollavano la val Clarea. La situazione sembrava apparentemente sotto il controllo delle guardie, quando inaspettatamente Luca, un attivista del movimento è riuscito ad eludere i controlli salendo sul traliccio dell’alta tensione vicino alla baita. Uno dei due agenti che lo rincorrevano, è salito immediatamente, con una fretta inusuale, sconsiderata e senza nessuna messa in sicurezza sul traliccio, mentre noi siamo tenuti a distanza, isolati di fronte alla porta della baita. In quel momento Luca in diretta con radio Blackout manifesta esplicitamente ed in modo incontrovertibile la sua intenzione di resistere allo sgombero. Preoccupati per il frettoloso inseguimento verticale a cui veniva sottoposto Luca, gridavamo alle forze dell’ordine di fermarsi. La risposta è stata: “Non vi preoccupate, siamo professionisti”.
Pochi secondi dopo, Luca costretto a salire più in alto, per sfuggire all’agente che lo insegue, viene folgorato da una scarica elettrica da 50.000 volt. Il suo corpo privo di sensi precipita al suolo da oltre 10 metri. Risuona nella mente il “morto” annunciato nei discorsi del capo della polizia Manganelli, e dell’ex ministro dell’interno Roberto Maroni. Mentre a noi, scioccati dall’episodio veniva impedito di avvicinarci, il tempo passava senza che a Luca fossero prestate le prime cure. Solo dopo oltre mezz’ora è arrivata l’ambulanza. Nonostante vi fosse una persona in grave pericolo di vita, ferita per terra, i lavori per l’allargamento del cantiere procedevano ininterrotti, dimostrazione evidente di quali siano le priorità dei rappresentanti dello stato e degli operai presenti sul posto: la TAV prima della vita umana. Nonostante le nostre insistenze parecchio tempo è trascorso prima che ad uno di noi venisse dato il permesso di avvicinarsi a Luca che dopo oltre un’ora veniva finalmente trasportato in elicottero all’ospedale. Scriviamo questo comunicato per informare su quanto accaduto realmente durante lo sgombero della baita Clarea, smentendo così le false ricostruzioni partorite dai media di regime insieme a tutte le voci che stanno girando in questi giorni. Non ci sono state trattative da parte nostra con le guardie per far scendere Luca, non sono stati usati lacrimogeni, nessuna corda di sicurezza era stata fissata dall’agente che seguiva Luca sul traliccio, non vi è stato nessun barricamento collettivo all’interno della baita. Solo nel pomeriggio ci è stato permesso di lasciare la baita, costringendoci ad assistere allo scempio della val Clarea e alla pantomima delle deposizioni: l’ennesimo “incidente” avvenuto per motivi di ordine pubblico…
L’esempio di Luca esprime quello che tutti noi abbiamo nel cuore, difendere questa terra a tutti i costi senza se e senza ma.
Il lampo che lo ha colpito rimarrà inciso nella nostra memoria per sempre insieme all’indifferenza dimostrata dagli operai e dagli agenti delle forze dell’ordine di fronte ad un fatto di tale gravità.
Ti abbracciamo Luca aspettando di vederti tornare al più presto a lottare sulle montagne a te e a noi così care.

Gli ultimi ad andarsene

incollo una lettera di una militante no tav sulla famosa"provocazione" che ha girato per tutti i media. ma mancava in questo video la parte finale dove Marco Bruno, così si chiama, ha detto ben altre cose al carabiniere. oltre all'assedio dello stato , della politica cui siamo abituati fa meraviglia vedere come tutti si bevano l'immagine di "un provocatore becero e stupido" come ha detto stamani a prima pagina "l'obiettivo" Massimo Giannini vice direttore di Repubblica. Della violenza gratuita e questa sì provocatoria della polizia che nella caccia ai manifestanti ieri notte ha vandalizzato le macchine parcheggiate e ha sfondato la porta vetri di un bar , questa invece è "fermezza", parola della ministra Cancellieri.   carlo


Viviana Ferrero
1 marzo 12.37.56
Perchè non lo trasmettete tutto il filmato ? vivi lupo rosso in estinzione
Marco Bruno è su tutte le Tv.
E' il "cattivo ragazzo" che da della "pecorella" al poliziotto armato fino ai denti e con maschera antigas indosso.
Chi è Marco? E' un padre di famiglia di un magnifico bimbo di 2 anni, un lavoratore che non si risparmia e un no tav valsusino da sempre.
Martedì al posto di mangiarsi un panino nella pausa pranzo è corso insieme a tanti a Chianocco per tentare di resistere al migliaio e più di forze dell'ordine che sgomberavano l'autostrada.
La rabbia è tanta ma Marco non perde la testa, non fa gesti inconsulti, scarica solo verso chi in quel momento sta calpestando per l'ennesima volta la dignità di una popolazione, invadendo in modo violento la Valle dove Marco è nato e cresciuto.
E' un attimo, le Tv riprendono e la vittima diventa il poliziotto armato e a volto coperto e il carnefice il manifestante a volto scoperto e disarmato.
Che i meccanismi dei media siano perversi già lo sapevamo, ma non riusciamo ancora ad abituarci a tali livelli di mistificazione e manipolazione.
L'unico spezzone trasmesso è quello della sacrosanta rabbia, poi però Marco parla per dieci minuti con l'uomo armato in modo tranquillo e pacato, fino a quando lo saluta poichè deve tornare a lavoro (a stomaco vuoto) dicendogli "...comununque vi voglio bene lo stesso". Questo però nessuna Tv l'ha fatto vedere.
Cosi finisce Marco la sua "violenta protesta", "vi voglio bene lo stesso".
Credo che non ci siano altri commenti da fare, specie dopo la violenza di questa sera compiuta dagli uomini in divisa.
Che ognuno risponda alla propria coscienza

comitato no tav spinta dal bass - Takuma

mercoledì 29 febbraio 2012

Val di Susa e stronzate giornalistiche

Il ragazzo che ha rivolto al poliziotto alcune frasi ironiche e un buon consiglio"Per quello che guadagni non vale la pena stare qui" è diventato improvvisamente famoso. Non c'è giornale o telegiornale che non abbia riportato la foto, il fatto, mandato il video, fino alla nausea. Non hanno niente per screditare il movimento NO TAV e si attaccano a tutto. Il giovane è diventato un provocatore, un "bulletto grottesco"(Corradino Mineo) vorrebbe le ignobili violenze ed il tutto è una scena disgustosa. Perchè non vanno a gettare uno sguardo a fogli ignobili come "Il giornale" e simili? Non troverebbero bulletti grotteschi, ma veri e propri delinquenti che però possono dire tutto quello che vogliono liberamente senza essere insultati. Questo si, è una scena vergognosa, schifosa e ripugnante. Il poliziotto poi che non ha risposto (ma che magari un minuto prima o un minuto poi avrebbe manganellato) ha ricevuto addirittura un "encomio solenne" e perchè non una medaglia al valore? CI sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Maroni poi vuole mandare l'esercito, forse a bombardare? Non avevo detto a caso che stanno prendendo esempio da Israele, lì distruggono i pannelli fotovoltaici dei palestinesi e in val di Susa devastano con il cantiere e requisiscono terreni privati. Ma sentite sentite: i blocchi (sgombrati ora) alla A 32 RISCHIANO DI DANNEGGIARE IL TERRITORIO!!! Avete capito bene, i blocchi stradali di protesta, non il cantiere, danneggiano il territorio. E poi c'è la stagione sciistica che deve andare avanti. Rai news titola il suo servizio Ragioni e provocazioni" e l'aggressione più aggressiva sarebbe quella del giovane di cui sopra, ma c'è anche, scandalo! L'aggressione ai giornalisti! Con tutte le cazzate che dicono se la meriterebbero davvero un'aggressione, ma non si sono fatti neppure un graffio perchè danneggiate sino state solo le macchine e ben gli sta. C'è da parte dei giornalisti la continua insistenza su una presunta "ala esatremista del movimento NO TAV che gira per l'Italia con facce mascherate e vuole lo scontro sociale che è la ragione della loro vita" Lo hanno detto in molti anche a Rai 3 e news 24, ma questo è DI Pietro che da buon poliziotto ritiene che lo stato deve affermare la legalità. Mineo insiste in modo ossessivo sull'episodio del poliziotto silente e encomiato "è un autogol" lo vuole a tutti i costio l'autogol, e si accalora a insultare il movimento attorno alla no tav. Vorrei dire una cosa a questi giornalisti che vedono solo quello che vogliono vedere: CI avete rotto i c...

LA VAL SUSA NON E' SOLA, SIAMO TUTTI/E NO TAV!

LA VAL SUSA NON E' SOLA, SIAMO TUTTI/E NO TAV!

Qualche settimana fa si è svolta un'operazione repressiva con decine di
arresti e denunce nei confronti di attivisti/e NO TAV in tutta Italia.
Da quel momento la solidarietà continua a esprimersi in molteplici
forme, dal Nord al Sud del Paese: nessuna/o è sola/o, non ci sono
buone/i e cattive/i. Un corteo di 80 mila persone si è riversato nella
valle, da Bussoleno a Susa, per dire che il movimento NO TAV non si
arresta e non ha paura. Il giorno dopo parte l'allargamento dei
cantieri, attraverso l'esproprio militare delle terre valsusine. La
resistenza dei NO TAV è immediata. Un compagno, Luca, per impedire
l'avanzamento delle ruspe, si arrampica su un traliccio. Inseguito da un
carabiniere rocciatore, cade, rischiando la vita: è tuttora ricoverato
in ospedale in gravi condizioni. I giornali e i media screditano e
minimizzano l'accaduto, insultando il coraggio e la determinazione di
Luca. La risposta della Val di Susa è determinata, con blocchi e
barricate che vengono immediatamente ricostruite non appena vengono
sgomberate. Ancora una volta in tutta Italia la solidarietà si fa
sentire con manifestazioni spontanee, presidi, blocchi stradali e
ferroviari.
Queste sono solo le ultime pagine di una lotta che va avanti da 23
anni.
Di fronte all'attacco dello Stato nei confronti del movimento No Tav,
di fronte alla repressione di ogni forma di conflitto, al di fuori del
“consentito”, tanto il 3 luglio in Val di Susa quanto il 15 Ottobre a
Roma, è necessario reagire. La lotta contro il Tav fa paura ai poteri
politici, economici e giuridici, perché ne mette in discussione la loro
stessa essenza. Si vuole reprimere l'autorganizzazione, il rifiuto della
delega, la molteplicità e la radicalità di azioni e pratiche. Si vuole
colpire tanto il dissenso e il contrattacco nei confronti dei poteri
costituiti, quanto la condivisione di esperienze di vita che generano
forme di cospirazione e di complicità sociale.
Anche attraverso Il TAV e la politica delle grandi opere il capitalismo
vuole imporre ancora una volta l'idea di un mondo sottomesso alle leggi
del profitto e dello sfruttamento affaristico dei beni comuni. La Val di
Susa fa paura perché la lotta contro il Tav esprime la possibilità
concreta di un cambiamento reale allo stato di cose presenti:
determinarne il seguito spetta a tutti e tutte noi!

IL TAV E' OVUNQUE, LOTTIAMO OVUNQUE CONTRO IL TAV

TUTTI/E LIBERI/E!

Sabato 3 marzo, ore 15:00, corteo NO TAV, partenza da Piazzale
Tiburtino


Daje Luca, Sempre no Tav, a sarà düra!

Assemblea No Tav di Roma

martedì 28 febbraio 2012

Passera: ma quale dialogo? Tutto deve continuare come previsto

I LAVORI - Nel frattempo non si fermano anche i lavori. La Ltf ha finito nella notte le opere di recinzione del cantiere. In totale l'area da cinque ettari è passata a sette. Mentre la circolazione nelle strade della zona riprende lentamente dopo una notte di blocchi e scontri con la polizia, l'impresa incaricata dei lavori di scavo e bonifica per l'ampliamento del cantiere della Maddalena a Chiomonte per il tunnel geognostico della Tav Torino-Lione.

LE INDAGINI - Continuano intanto le indagini coordinate dai pm Andrea Beconi e Giuseppe Ferrando della Procura di Torino. I compagni di Luca Abbà, interrogati ieri, saranno molto probabilmente denunciati dalla polizia giudiziaria e indagati per aver VIOLATO L'AREA DICHIARATA SITO STRATEGICO NAZIONALE!!!

Dopo il danno la beffa, sarebbero i valsusini che hanno violato la loro terra e non invece le ruspe, la polizia e gli squali che vogliono devastare quel territorio a tutti i costi.
Ma allora se il luogo è "sito strategico nazionale" è giusto che protesti tutta la nazione! E la smettessero di dare dei provocatori a chi lotta per questa causa sacrosanta, anche se vengono dalla Sardegna e da qualunque altro posto.

Val di Susa inquietante provocazione

“addirittura la colpa è dei militoni? Abba che muoia ma dopo tante sofferenze....uno in meno e qui mi firmo ...... cesare da fiorenzuola “
Questo porco, che non sa neanche scrivere (mi scuso con i suini innocenti) ha pure il coraggio di firmarsi. Quanta gentaglia indegna, di questa risma, razzola e inquina con la sua sporca e indecente vita il nostro povero paese? Io non mi auguro che lui muoia tra indicibili sofferenze, mi auguro che la genia canagliesca di cui si vanta di far parte scompaia dalla faccia della terra rendendo il mondo un po' più pulito e vivibile. Il commento indecente l'ho letto sul “Giornale” un fogliaccio così squallido il cui infimo livello non dovrebbe stupirmi, infatti non mi stupisce, mi fa incazzare. Ma non mi fa incazzare di meno la gente del PD che in buona compagnia del Pdl e udc continuano a difendere lo scempio della val di Susa, a insultare un territorio che difende la sua vita e i suoi diritti e una popolazione intera, perchè la val di Susa non è una faccenda locale, ma italiana.
Chi ha interesse a portare avanti un progetto che serve solo a devastare un territorio? Chi ci deve guadagnare, chi deve mangiare ancora la pelle e il sangue della gente?
Stiamo pagando con i nostri pochi soldi e i nostri infiniti sacrifici una crisi che non abbiamo generato noi, i sacrifici è al popolo che vengono richiesti, sacrifici, botte, soprusi, insulti e disperazione, questa la chiamano ancora democrazia.
Crisi o non crisi i soldi per gli scempi e per gli armamenti ci sono sempre, poi siamo sempre noi che paghiamo, anche le pallottole che fra un po' ci spareranno.
Ieri sera sentivo un giornalista di Rai News argomentare che i valsusini dovrebbero lasciar perdere tanto è una battaglia persa, a che serve protestare se si ricevono soltanto botte? E poi c'è il pericolo della strumentalizzazione di gruppi facinorosi che potrebbero trasformare una battaglia nonviolenta in uno scontro violento, i blak blok, gli anarco-insurrezionalisti, gli incappucciati...Ma quante se ne vogliono inventare ancora?
La lotta della val di Susa è nonviolenta e pacifica, ma è la polizia che non lo è. Le buone ragioni della valle hanno una lunga storia di cariche violente, di inseguimenti per i campi, di massacri a un'intera popolazione, vecchi, donne, bambini, con la logica del “dò coglio coglio” da parte di una polizia sempre più violenta più cieca più ottusa. Eseguono gli ordini, ma anche i nazisti eseguivano gli ordini, è una giustificazione? Perfino in Israele ci sono soldati che vedono la bandiera nera e non eseguono ordini illegali, per la nostra polizia invece è tutto legale e conta la legge della giungla, non la forza della ragione, ma la ragione del più forte. Questo è stato chiaro il giorno dopo la grande manifestazione pacifica quando alla stazione di Torino una polizia scatenata ha malmenato la gente e preso a manganellate perfino i finestrini del treno.
Di recente hanno arrestato più di venti persone perchè erano andati a manifestare in val di Susa, che ci sono andati a fare? Non erano val susini, quindi erano provocatori, come se non si avesse il diritto di manifestare né di essere solidali con una situazione che è il simbolo della loro prepotenza, scempi di territori se ne progettano anche altrove, per esempio a Viterbo dove insistono a voler costruire un aeroporto che devasterebbe tutto il territorio, mentre non fanno un accidente di niente per bonificare il lago di Vico e l'acqua piena di arsenico che ci sta avvelenando.
Ci indigniamo giustamente per quello che succede in Palestina dove Israele arresta la gente in detenzione amministrativa e mette in galera ragazzini che tirano un sasso, che ruba terre e campi coltivati per farci passare una strada per i coloni, mentre la comunità internazionale se ne frega, anzi prende esempio e guardate un po', qui vengono arrestati e condannati a 5 anni di prigione ragazzi di 20 anni per aver tirato un sasso a una manifestazione sacrosanta, vengono confiscati pezzi di terra di proprietà privata dei valsusini per allargare un cantiere che distruggerà il loro territorio, ogni anno muore in carcere un numero impressionante di detenuti, spesso giovani che avevano solo bisogno di aiuto, si tengono imprigionati nei CIE immigrati che cercano una via d'uscita, vengono arrestate persone per quisquillie e escono morti dal carcere. Questa però è una democrazia, certo, proprio come” l'unica democrazia del Medio oriente”.
Sempre a rai news un'attrice di sinistra credo, argomentava che però Luca Abba si era messo da solo in una posizione di pericolo, mentre il giornalista si affrettava a spiegare che secondo le informazioni della polizia non ci sarebbe stato contatto tra i poliziotti e Luca. E ci credo! Se ci fosse stato contatto sarebbero schiantati al suolo fulminati anche loro, invece sono discesi sani e salvi dopo aver provocato la sua caduta, perchè è chiaro, Luca non sarebbe precipitato nè sarebbe rimasto folgorato se quei cani da guardia non gli si fossero arrampicati dietro provocando ciò che era più che prevedibile, Ma l'unica cosa che importava loro era imporre la loro volontà a qualsiasi costo e in completo disprezzo per qualsiasi conseguenza. Che cosa c'è di umano in tutto questo? Ma questi sono uomini o automi?
Quanto all'argomentazione dell'attrice: forse lei non è stata attenta e non si è accorta che da più di un anno gli operai continuano a salire sulle gru e sulle torrette restandoci per giorni al freddo e al gelo, che ormai siamo arrivati al punto che solo gesti estremi attirano l'attenzione. Questo è il nostro paese, dove la volontà del popolo non conta niente, dove un governo e uno stato prepotente pronto a spremere la linfa vitale di una popolazione va avanti per la sua strada fino al baratro dove vuole farci precipitare, che ci precipitino loro! Non riusciranno a criminalizzare né a fermare la lotta NO TAV, come hanno dimostrato le manifestazioni in tutt'Italia i valsusini non sono soli.

sabato 28 gennaio 2012

NO TAV:Arresti arbitrari e assurdi

http://www.eilmensile.it
26 gennaio 2012

No Tav: “Arresti clamoroso autogol. Non si risolve la questione con la polizia”.
di Angelo Miotto

Il blitz all’alba, gli arresti, la reazione dei NoTav. Manifestazioni e fiaccolate, mentre per sabato è previsto corteo a Torino, e gli incontri con gli studenti di tutta Italia in Valsusa. L’operazione di questa mattina è stata definita come un vero e propio attacco contro il Movimento. E da domani mattina la grande stampa riprenderà il tema dello scontro e della violenza, offuscando i motivi di una resistenza ce dura da 22 anni nella Valle, contro il progetto dell’Alta velocità.

Massimo Zucchetti, professore al Politecnico di Torino è consulente scientifico per la comunità montana della Valsusa. E milita da anni nel Movimento No tav.

Professore, come legge gli arresti di oggi?

Le valutazioni che possiamo fare andranno confermate con tutti i dati degli arrestati. È una operazione che nell’ambito di noi NoTav, noi che siamo molto diversi fra di noi e che oggi ci sentiamo uniti di fronte a questa stupida repressione, era attesa. Casualmente è partita quando il consenso verso il movimento sta crescendo in maniera netta nel resto del paese. Ci sono iniziative come le visite degli studenti di tutta Italia che sabato e domenica verranno in valle per capire le nostre ragioni. Per fatti successi a giugno e a luglio adesso come un fulmine a ciel sereno vengono arrestate persone che se non ci fosse un po di presunzione di intelligenza, persone scelte un po a caso.

Ricordiamo a Genova, luglio 2011, quando i No Tav erano i più applauditi e il segmento più partecipato. Una lotta che rappresenta una bandiera di un movimento. Si vuole colpire questo movimento, queste pratiche politiche?

Sì. Il movimento è presente da 22 anni. Questo urgentissimo progetto assolutamente necessario è da 22 anni in fase di studio. Negli ultimi anni ha assuntola caratteristica di movimento dei movimenti. Ci sono questi fenomeni molto belli di democrazia partecipativa in valle gente che non ha mai fatto attività politiche, che partecipa e decide in maniera democratica. Tutto questo è fastidioso per questa congrega che lega il PD e il Pdl che ha promesso una serie di prebende e azioni legate all’attuazione di questo progetto inutile dannoso e vecchio, adesso la terra manca sotto i piedi perché la verità sale inesorabilmente a galla e cercano in qualche modo di salvare il salvabile e le loro tangenti. Ma questo non si fa con azioni poliziesche, Non funziona.

Repressione, violenza e un dibattito che in Italia stenta a essere affrontato: una resistenza comporta un conflitto con gradi diversi di opposizione, Ma in Italia si parla subito di ‘terrorismo’. Lei è frequentatore della Valle, che ne pensa?

È un processo strano. In qualche modo si cerca guardando il dito che indica la luna non guardare la luna. Un processo di resistenza di fronte a una valle militarizzata e all’imposizione di procedure fasulle perché non esiste un cantiere, ma una base militare, le modalità di lotta non violenta comportano anche il non dare fastidio, se no che lotta sarebbe. Le faccio un pio di esempi. Hanno arrestato Tobia Imperato vecchio anarchico incapace di dare fastidio a una mosca, sempre con la sua bandiera nera e autore di un bellissimo libro “Le scarpe dei suicidi”, che racconta in maniera netta la vicenda di Sole e Baleno, suicidati in carcere nel 98 dopo che si pensava che fossero degli anarcoterroristi No Tav.

E dentro è finito anche Guido Fissore, il consigliere comunale di Villarfocchiardo, noto in tutta la valle per essere un non violento pacifista che cercava sempre di tenere a bada le vaire intemepranze dei giovani. Un signore nato nel 1945. Gli è stata sequestrata in casa la sua stampella. Perché in uno degli eventi o il 27 giugno o il 3 luglio, Guido cercava di fare barricata con il suo corpo grosso e cin la stampella perché recentemente operato. Ha respinto lo scudo di uno dei poliziotti con la stampella ecco “l’atto di violenza grave e uitlizzo di arma improrpia’. Per questo sta in carcere. Ci siamo chiesti fra noi No Tav, docenti, non docenti, persone normali. Se lui è finito in carcere allora possiamo finirci tutti.

Ma le diranno che c’è stata guerriglia nei boschi.

Io ritengo che in un movimento che fa opposizione e che si trova a doversi scontrare anche con le forze dell’ordine e con ordinanze che prevedono senza motivi di impedire accesso a cittadini in territorio pubblico possono succedere delle cose. Sono atti ritualizzati, non è una guerra. La polizia non ha usato proiettili di gomma ok veri. Non è una guerra. È una sorta di azione di opposizione, ritualizzata da una parte e dell’altra. Le sassaiole come si vede su youtube erano da una parte e dall’altra. Gli atti violenti da ambo i lati. Non me ne stupisco. Quando si è in mezzo ai lacrimogeni e ici si trova nei boschi si cerca di passare un cancello, nonostante l’azione di persone come Perino, come Imperato, che cercano di moderare e immagino anche dall’altra parte, si rischia di inciampare. Ma non vedo come questo debba essere il punto di cui discutere. Il punto è un altro. Devono andare via perché è un progetto inutile. Quando andranno via non ci saranno più problemi.

martedì 28 giugno 2011

SOLIDARIETA' ALLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA

SOLIDARIETA' ALLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA

Almeno duemila agenti fra polizia, carabinieri, guardia di finanza e
corpo forestale.
Una quantità impressionante di lacrimogeni sparati contro i
manifestanti. Idranti e ruspe per spazzare via le barricate contro il
TAV. A dieci anni dal massacro di Genova, lo Stato italiano ha voluto
imporre il suo dominio contro la Libera Repubblica della Maddalena, un
presidio di libertà e autogestione costruito dalla popolazione valsusina
che resiste alla devastazione ambientale.
Le minacce del ministro dell’Interno Maroni si sono concretizzate alle
prime luci dell’alba: un’operazione militare in grande stile sostenuta
dal plauso di tutti i poteri forti, dai partiti di centrodestra e
centrosinistra passando per Confindustria.
Nonostante questo, il movimento NO TAV non si piega: la resistenza
continua nella convocazione di scioperi spontanei nelle fabbriche della
valle (quattro fabbriche, da stamane, in sciopero spontaneo), nei
blocchi stradali e ferroviari di queste ore convulse, nella generosa
consapevolezza dei valsusini che lottano a mani nude per la salvaguardia
della loro valle, della loro salute, del loro futuro.
La mobilitazione in risposta all'arroganza del governo si sta estendendo
nella penisola: alcune organizzazioni hanno proclamato lo sciopero
generale; presidi e manifestazioni di protesta si annunciano, per il
pomeriggio, in moltissime città italiane.
I fatti di questa mattina dimostrano che la vera violenza è quella dello
Stato che spiana la strada agli interessi criminali del capitalismo
ripristinando il suo disordine in punta di manganello.
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
denuncia la repressione dello Stato nei confronti di questa lotta
decennale per la libertà e l’autodeterminazione e rinnova la sua massima
solidarietà alle popolazioni valsusine in lotta.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI

Il giorno 28 giugno 2011 12:47, Andrea Maggi ha scritto:


Appuntamenti Roma: oggi ore 12.30 (Montecitorio) - giovedì ore 17.30 (st. Tiburtina)

Val di Susa Ovunque

Le barricate chiudono le strade e aprono i cammini

La grave aggressione militare di oggi in Val di Susa è l’ultima dimostrazione di come a governare questo paese siano gli interessi economici di pochi speculatori a danno della salute pubblica e in sprezzo della volontà popolare.
La TAV in Val di Susa è un’opera inutile e dannosa che comporterà la devastazione del territorio e lo spreco di denaro pubblico per arricchire qualche lobby.
Lega PD e PDL invocano unanimemente la militarizzazione del territorio criminalizzando i cittadini e le cittadine in lotta, come del resto è naturale, visto che rappresentano gli stessi interessi economici.
Dalla TAV in Val di Susa ai rifiuti in Campania, dal Ponte sullo Stretto alla cementificazione di Roma, questo è il modello che viene applicato da chi ci governa. A questo modello opponiamo la forza della partecipazione popolare di chi si batte per mantenere pubblici i beni comuni, dall’acqua all’energia ai territori.
Per questo saremo oggi (martedì) alle 12.30 a Montecitorio a fianco dei cittadini e delle cittadine napoletani e promuoviamo una manifestazione in solidarietà con la Val di Susa per giovedì alle 17.30 a piazzale della Stazione Tiburtina, futuro snodo della TAV romana e risponderemo agli appelli dei comitati della Valle partendo in massa per il Piemonte.

Contro devastazioni e speculazioni, 10 100 1000 Barricate

Roma Bene Comune
Assemblea Romana NoTav