domenica 14 giugno 2015

L’alleanza clandestina di Israele con gli stati Arabi del Golfo sta diventando pubblica




Di Murtaza Hussain

7 giugno 2015

Nel 2009, un cablogramma diplomatico del Dipartimento di Stato americano ha fornito uno dei primi barlumi di una nascente alleanza tra Israele e gli stati arabi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC). Il cablogramma citava le parole pronunciate dal funzionario del ministero degli esteri israeliano, Yakov Hadas: “Gli Arabi del Golfo credono nel ruolo di Israele perché percepiscono lo stretto rapporto di Israele con gli Stati Uniti,” e che “Gli stati del GCC “credono che Israele possa fare un miracolo.”

Israele e gli stati del Golfo condividevano anche un interesse nel contrastare quella che consideravano una crescente influenza iraniana in Medio Oriente. E così, mentre le due parti in pubblico litigavano – l’Operazione militare di Israele “Piombo Fuso” era appena costata più di 1.400 vite nella Striscia di Gaza ed era stata condannata dall’Arabia Saudita, in una lettera alle Nazioni Unite come “aggressione feroce”- avevano “buoni rapporti personali” a porte chiuse, ha detto Hadas, secondo quanto scritto in uno dei cablogrammi. Si dice che Hadas abbia aggiunto che gli Arabi del Golfo tuttavia “non erano pronti a fare in pubblico quello che dicono in privato.”

Premiamo il pulsante ‘avanti veloce’ di 6 anni e sembra che gli stati si siano finalmente preparati a parlare pubblicamente delle loro relazioni più cordiali con Israele. Durante un evento al Consiglio per le Relazioni estere di questa settimana a Washington, di cui ha riferito Eli Lake, della Bloomberg (multinazionale nel settore dei mass media, n.d.t.), ex funzionari sauditi che occupano alte posizioni, e funzionari israeliani non solo hanno condiviso il palco, ma hanno rivelato che i due paesi avevano tenuto una serie di incontri ad alto livello per discutere obiettivi strategici comuni, particolarmente riguardo alla percepita supremazia regionale dell’Iran. All’evento l’ex Generale Saudita Anwar Eskhi ha chiesto apertamente un cambiamento di regime in Iran, mentre l’ex ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Dore Gold, una volta feroce critico dell’Arabia Saudita, ha parlato del suo avvicinamento al paese in anni recenti e della possibilità di risolvere le restanti differenze tra le due nazioni, affermando: “Stare oggi su questo palco non significa che abbiamo risolto tutte le differenze che le nostre nazioni hanno condiviso nel corso degli anni, ma la nostra speranza è che saremo in grado di occuparcene completamente negli anni a venire.”

Le relazioni con Israele sono state da lungo tempo un argomento “esplosivo” per gli stati arabi. In seguito alla creazione di Israele nel 1948, e al conseguente trasferimento di centinaia di migliaia di profughi palestinesi, altri paesi mediorientali hanno mantenuto una posizione di pubblica ostilità verso Israele, in linea con l’opinione pubblica nazionale di vecchia data. Sebbene paesi come l’Egitto, con una dittatura militare, abbiano concluso trattati di pace ufficiali con Israele, senza tener conto del sentimento popolare, per lo più gli stati del Golfo sono rimasti lontani da questo.

Tuttavia, in anni recenti, due fenomeni delle insurrezioni arabe e della crescente influenza iraniana, hanno spinto i leader del GCC più vicino a Israele. L’anno scorso, il principe saudita Turki bin Fasal hanno fatto il passo senza precedenti, di pubblicare un contro editoriale su un importante giornale israeliano che chiedeva la pace tra Israele e le nazioni del GCC, e anche una risoluzione al conflitto israelo-palestinese. Mentre gli Stati Uniti durante l’Amministrazione Obama hanno perseguito la distensione con l’Iran in anni recenti, sono comparsi anche rapporti che indicano una cooperazione nascosta riguardo alla sicurezza, tra Israele e gli stati del GCC. Il sito di inchieste Middle East Eye, ha di recente documentato l’esistenza di voli segreti tra Abu Dhabi e Tel Aviv, malgrado ci sia una palese proibizione per i cittadini israeliani di entrare negli Emirati Arabi Uniti (UAE – United Arab Emirates).

Nel suo libro del 2012: After the Sheikhs: The Coming Collapse of the Gulf Monarchies [Dopo gli sceicchi: l’imminente crollo delle monarchie del Golfo], il Professore dell’Università di Durham, Chris Davidson, ha scritto che gli stati del Golfo continueranno a cercare l’appoggio di Israele grazie alle crescenti pressioni esterne sugli stati del Golfo in seguito al le insurrezioni nella regione. Anche quando descrive i paesi del GCC come entità formate da “popolazioni nazionali che per lo più sono anti-israeliane e pro-palestinesi, dove gli argomenti di Israele e del sionismo spesso provocano forti emozioni,” il libro documenta il crescente coordinamento politico ed economico da parte dei leader del GCC con le loro controparti israeliane, verificatosi in anni recenti.

Ci sono comunque segnali che anche il sentimento popolare anti-israeliano in questi paesi forse sta cambiando. Un recente sondaggio d’opinione tra i sauditi, condotto dagli studenti del Centro Interdisciplinare di Herzlya, un’università israeliana, ha trovato che una minoranza del pubblico saudita considerava Israele un’importante minaccia al loro paese, e citava invece l’Iran o il nascente Stato Islamico come principali oggetti di preoccupazione. “Ciò che pensiamo qui in Israele sui Sauditi non è esattamente ciò che in realtà sono,” ha detto Alex Mintz del suddetto Centro, che ha aiutato a supervisionare il sondaggio. “Supponiamo di conoscere ciò che la gente in Iran, a Gaza e in Arabia Saudita pensa, [ma]nessuna delle persone con cui ho parlato pensava che i Sauditi avrebbero detto, con un di 3 a 1che l’Iran li spaventava più di Israele, nessuno prevedeva questo.”

Mentre l’amministrazione Obama cerca di concludere un accordo nucleare controverso con l’Iran il mese prossimo, sembra probabile che gli stati Arabi del Golfo e Israele, tradizionali alleati dell’America, uniti nella loro opposizione all’accordo, continueranno a far crescer il loro coordinamento strategico. La recente decisione presa da ex funzionari che occupavano alte posizioni e che rappresentano gli interessi sia del Golfo che di Israele, di rendere pubblica la loro collaborazione, è soltanto il segnale più recente della forza di questa crescente alleanza. Dato che questa relazione sta fiorendo sullo sfondo di una crisi ancora in corso tra Israele e Palestina, e anche di una supremazia dei partiti politici di estrema destra all’interno di Israele, sembra chiaro che i leader del GCC abbiano deciso subito dopo la Primavera Araba di mettere i loro ristretti interessi politici al di sopra di qualsiasi principio dichiarato pubblicamente riguardante la stabilità nella regione.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/article/israel-s-clandestine-alliance-with-gulf-arab-states-is-going-public

Originale : The Intercept

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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