martedì 3 giugno 2014

Intervista a Myriam Marino, voce della Rete degli Ebrei per la Pace. Oltre l’occupazione, contro l’occupazione. Ebrei per la vita e per la pace, appunto. Una festa di rovine


Intervista di Cristina Mattiello


Myriam, sei un’esponente
di spicco della Rete Ebrei
per la pace: puoi darci una
valutazione degli attuali
sviluppi della situazione
in Palestina?

La situazione in Palestina
non è¨ migliorata dopo l’ok
dell’ONU allo Stato palestinese.
I punti critici restano i
soliti: Gaza, dove la vivibilità 
è sempre più difficile, ha visto
dall’inizio dell’anno un
intensificarsi della violenza
dell’esercito israeliano, che
ha martellato la Striscia con
incursioni, attacchi ai pescatori,
uccisioni e ferimenti di bambini, aggressioni ai
giovani della resistenza palestinese
che ogni venerdì¬
si riuniscono a est di Jabalia.
Questo si aggiunge alla
chiusura del valico di Rafah
da parte dell’Egitto che,
dopo il cambio di regime, si
comporta con i gazawi non
diversamente da Israele.
L’Egitto ha dichiarato che
Hamas è un’organizzazione
terrorista e ciò si ripercuote
sulla popolazione. Dal canto
suo Israele recentemente
ha impedito a 70 malati di
passare dal valico di Erez
per andare a curarsi, come
misura punitiva perchè¨ sui
loro documenti c’era scritto
“Stato di Palestina”. A
Gerusalemme continuano
le demolizioni di abitazioni
palestinesi, Israele potrebbe
abbattere nei prossimi anni
migliaia di case per spingere
i palestinesi ad andarsene
dalla città . Crescono le
colonie e, accanto a quelle
legali per Israele, ma illegali
per le leggi internazionali, si
moltiplicano gli avamposti
“illegali” su terreni di proprietà 
palestinese.
Altro punto critico: gli arresti,
la situazione terribile
dei prigionieri: ieri Israele
ha arrestato, dopo un blitz
che ha distrutto la sua casa,
Shireen Yssawy, la sorella di
Samer, simbolo della lotta
dei prigionieri. Continuano
gli arresti di bambini sempre
più piccoli. Gli abusi sui
piccoli palestinesi sono numerosi
e quotidiani; recentemente
l’amministrazione
civile israeliana ha lanciato
un drone sulla scuola di
gomme costruita da Vento
di terra nel villaggio beduino
di Khan al Amar e ha
confiscato gli scivoli e attrezzature
di gioco per i bambini
appena donati dal governo
italiano. Altro punto centrale
è l’acqua. Una vera
tortura per i palestinesi,
che hanno a disposizione
una quantità  di acqua 4
volte inferiore a quella degli
israeliani. Molto tempo,
energie, denaro vengono
sprecati dai palestinesi per
procurarsi l’acqua togliendoli
alla loro vita sociale.
Nella valle del Giordano
gli abitanti devono portare
l’acqua nelle taniche da
lontano e di nascosto, sebbene
il territorio contenga
falde acquifere, ma l’acqua è
rubata dalla Mekorot che la
convoglia nelle fattorie delle
colonie e loro sono costretti
a comprare la loro acqua da
questa società  israeliana a
caro prezzo. Dopo gli accordi
di Oslo, ci sono ulteriori
divieti per i palestinesi di
procurarsi l’acqua del loro
territorio. A Gaza l’acqua è
poca e inquinata e la depurazione
delle acque è resa
impossibile dall’assedio che
impedisce di portare all’in-



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terno le attrezzature necessarie.
Recentemente Israele,
nel tentativo di dividere i
palestinesi, ha proposto una
legge secondo la quale i palestinesi
cristiani sarebbero
promossi a semplici cristiani
e potrebbero fare il servizio
militare. Inoltre si moltiplicano
le uccisioni per motivi
futili o in assenza di motivi,
ma tutto è giustificato da
Israele con la parola magica
“sicurezza”.

Quale è oggi in Israele il
quadro dell’opposizione
alle politiche governative?

In Israele ci sono numerose
associazioni e gruppi di opposizione,
che lottano assieme
ai palestinesi sia partecipando
alle loro manifestazioni,
specie quelle del venerdì¬ nei
villaggi, sia documentando
i soprusi, come Bet’selem.
Purtroppo è molto difficile
per loro perchè chi si pone
fuori dal pensiero comune
ritenuto un pazzo o un
ingenuo.


Come vi muovete qui in
Italia?


In vari modi, cercando di
rompere il muro del silenzio
e della connivenza dei media
facendo informazione, manifestando
ecc, ma la lotta
più importante e efficace è
quella del BDS (Boicottaggio,
Disinvestimento e Sanzioni
contro Israele), che ha già 
ottenuto dei risultati considerevoli.
La Campagna lanciata dai
palestinesi nel 2005 ha
trovato appoggio in tutto
il mondo. Attualmente è in
corso la Campagna contro
la Sodastream, un’azienda
israeliana che produce
acqua gassata. L’azienda
ha uno stabilimento nella
colonia di Mishor Adumim
e si sta espandendo in Italia.
Il BDS fa molta paura a
Israele, che cerca di opporsi
come può In particolare
teme che, se falliranno i negoziati
a causa della crescita
delle colonie, la Campagna
per il BDS avrà  un’impennata
notevole. Perfino in
Israele il boicottaggio si sta
espandendo a strati sempre
più larghi di popolazione
insofferente per le politiche
di Netanjau verso le colonie.
E' un boicottaggio silenzioso,
non dichiarato, ma in atto,
che si aggiunge a quello della
sinistra. Sempre più persone
boicottano i prodotti
delle colonie, i negozianti
non se ne riforniscono perchè
resterebbero invenduti,
ma non possono dirlo altrimenti
incorrerebbero in
sanzioni.

Vedi uno spiraglio per il
futuro immediato?

Purtroppo no, non per il futuro
immediato. Ora sono in
corso i negoziati, ma credo
che non porteranno nulla
di buono per i palestinesi.
La conclusione dei negoziati
è prossima, in aprile, ma
ciò che è avvenuto finora è
una conferma che si tratta
della solita farsa. Ha destato
sconcerto nei palestinesi la
dichiarazione di Nabil Amro
secondo cui qualche forma
di riconoscimento dello Stato
ebraico potrebbe essere accolta
dall’ANP se fosse presentata
in modo accettabile.
Il riconoscimento dello stato
ebraico comporterebbe la
cancellazione del diritto al
ritorno per i profughi e una
possibile deportazione per
quelli del 1948, nel quadro
di scambio dei territori
proposta da Liberman. Oltretutto
Abu Mazen si è detto
disposto ad accettare truppe
israeliane di occupazione
ancora per 3 anni nell’eventuale
Stato palestinese e disponibile
alla presenza di
una terza parte in funzione
di rassicurazione per Israele,
proponendo la NATO.
Dall’inizio dei negoziati sono
state fondate 10mila colonie,
219 case palestinesi sono
state distrutte e 40 palestinesi
sono stati uccisi.
Accanto ai palestinesi c’è solo
la società  civile che sostiene il
BDS, i governi sono conniventi
con Israele e concludono
affari, accordi commerciali,
militari e avallano le sue
menzogne. L’Europa offre
aiuti ai palestinesi, ma in
questo modo non fa che pagare
i costi dell’occupazione,
mentre spesso le strutture
donate vengono distrutte o
sequestrate. Ai palestinesi
serve verità  e appoggio politico.
L’Italia, che in passato è
stata molto più solidale con
i palestinesi, oggi continua
a trattare Israele come un
partner privilegiato ed è sorda
e indifferente rispetto alla
sofferenza dei palestinesi. Ora
con il nuovo governo Renzi le
cose peggioreranno ancora…
Renzi infatti piace molto a
Israele, i suoi consiglieri sono
dei sionisti e non ci aspettiamo
niente di buono.



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