lunedì 26 gennaio 2015

La moderazione deo palestinesi


La maggiore parte dei palestinesi si modera, nonostante il saccheggio da parte di Israele.

A differenza di singoli individui, [la maggioranza dei palestinesi] indirizza la propria rabbia e avversione verso iniziative nonviolente quali il BDS e la CPI [la Corte Penale Internazionale].


di Amira Hass

Haaretz 22.01.15


Come al solito il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman stanno ingannando gli israeliani. Non c'è bisogno di un incitamento da parte di dirigenti dell'Autorità Nazionale Palestinese o di personaggi pubblici arabo- israeliani perché un giovane palestinese in preda alla follia accoltelli circa una dozzina di persone.

Non c'è bisogno che elementi stranieri incoraggino un giovane palestinese a compiere una serie di vendette con il rischio di essere ammazzato o privato della libertà per molti anni. Qualunque sia la situazione sociale di Hamza Mohammed Hasan Matrouk [il giovane palestinese che ha attaccato a coltellate l'autista ed alcuni passeggeri di un autobus a Tel Aviv. N.d.tr.], la rabbia, l'odio, e il desiderio di profonda vendetta che si porta dentro sono esclusivamente sue.

Non c'è bisogno di un particolare“clima”. Il "clima" c'è sempre stato, da quando Matrouk è nato nel campo profughi di Tul Karm, anzi anche prima. Chi l'ha creato: l'esercito israeliano, l'Amministrazione Civile [israeliana, che è in realtà militare e che governa nei Territori Occupati. N.d.tr.], il servizio di sicurezza dello Shin Bet, il ministero della Difesa, le colonie e i loro abitanti, le torrette di sorveglianza dell'esercito israeliano, le recinzioni di filo spinato

“Clima” è una parola fuorviante. Questa è la realtà, una realtà che gli ebrei israeliani rifiutano di riconoscere, anche se è il risultato della loro opera. Dopo tutto, in elezioni democratiche hanno dato il voto ai politici, e se lo avessero voluto avrebbero potuto conoscere le condizioni in cui vivono i non ebrei sotto il regime di Israele.

Se vi è sobillazione, questa è la sua origine: la supremazia di una nazione convinta di avere il diritto di interferire e danneggiare la vita di una nazione palestinese più debole – il suo futuro, il passato, la sua economia, la moneta, le sue risorse e le relazioni familiari e sociali.

Gli attacchi da parte di individui che hanno agito di loro spontanea iniziativa colpendo civili israeliani, mostra l'impotenza e l'inefficienza della dirigenza politica palestinese. Contrariamente ai proclami senza fondamento di Lieberman, questi attacchi sono stati fatti da persone che non hanno ascoltato Mahmoud Abbas. Sono stati perpetrati da persone che non ripongono le loro speranze nelle iniziative diplomatiche del presidente palestinese dopo che Israele ha bloccato il processo negoziale.

Queste persone non ascoltano il chiaro richiamo di Abbas ad aderire alla resistenza nonviolenta contro l'occupazione. Gli attacchi individuali evidenziano l'assenza di una strategia palestinese, i messaggi contraddittori delle varie organizzazioni [palestinesi], la snervante rivalità tra di loro e la loro sclerotizzazione.

L'incredibile ragione per cui gli israeliani dovrebbero ringraziare è che la schiacciante maggioranza dei palestinesi non ha intenzione di fare danno ad ogni israeliano che incontra. La stragrande maggioranza dei palestinesi costantemente si trattiene per non esplodere di rabbia di fronte alla colossale arroganza e al comportamento degli israeliani “da padrone di casa”che quotidianamente si trovano davanti. La stragrande maggioranza dei palestinesi si trattiene dal vendicarsi del saccheggio che ha accompagnato la dominazione israeliana sin dal suo inizio e della lunga lista di palestinesi ammazzati.

Gli israeliani devono ringraziare il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nonché la decisione palestinese di aderire alla Corte Penale Internazionale. Ambedue le iniziative indirizzano la rabbia e l'avversione comune a tutti i palestinesi verso un' azione civile e legale – iniziative nonviolente, in stridente contrasto con la quotidiana violenza del regime israeliano.

Gli israeliani devono anche ringraziare quegli attivisti che ogni settimana manifestano nei villaggi della Cisgiordania e che , al contrario di Matrouk, non aggrediscono i passeggeri dei bus israeliani. L'obiettivo delle loro dimostrazioni, e qualche volta delle loro pietre, sono gli israeliani armati fino ai denti che non esitano a sparare e ammazzare i civili.

Gli israeliani dovrebbero pregare per il successo di queste tattiche di resistenza non armata. Invece di vendetta queste tattiche sviluppano una riflessione ed iniziative che sono politiche. Sono un avviso agli israeliani affinché aprano gli occhi prima che sia troppo tardi.


(traduzione di Carlo Tagliacozzo)

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