martedì 11 marzo 2008

TANTO TUONO' CHE PIOVVE

Non volevo scrivere nulla sull'ultimo attentato perchè mi pareva che si commentasse da solo, ma a pensarci, qualche chiarimento va fatto.
Il fatto: un palestinese entra in una yeshivah di Gerusalemme e uccide 8 studenti, poi viene ucciso da uno degli studenti che gli spara.
Alcune considerazioni: La yeshivah che è una scuola rabbinica e non un seminario come ho sentito dal telegiornale che parlava di seminaristi, è una delle più fondamentaliste di Gerusalemme, gli studenti non erano così inermi dato che erano armati (anche se sono stati colti di sorpresa) L'attentatore veniva da un villaggio assediato dalle colonie. Gerusalemme est la parte palestinese della città subisce da tempo demolizioni di case, espropiazioni e divieti di costruzione nel tentativo di annettere Gerusalemme tutta a Israele e cacciare la popolazione araba. Gerusalemme est è il cuore del commercio cisgiordano e la chiusura della città alla popolazione della West Bank uccide l'economia palestinese. Infine l'attentato è avvenuto dopo la carneficina di Gaza dove sono morti 150 innocenti.
Con questo non voglio giustificare l'attentato, ma inserirlo nel suo giusto contesto.
L'altra sera ho sentito Moni Ovadia che centrava abbastanza il problema. Diceva infatti che non si può chiudere la gente in gabbia e poi non aspettarsi che si ribelli e cerchi la libertà a qualunque costo, diceva anche che non ci si può aspettare dai palestinesi che non hanno futuro e che vivono nell'inferno di Gaza o nella prigione a cielo aperto della West Bank che abbiano un comportamento corretto e razionale, in una simile situazione è facile che qualcuno perda la testa. Aggiungeva anche che non si spiegava il comportamento dei governanti israeliani che non vedono al di là del loro naso. Purtroppo io credo invece che essi vedano il loro piano elaborato da tempo, anche dai governi precedenti e che consiste nel cacciare i palestinesi, quelli di Gaza in Egitto e quelli della West Bank in Giordania, un piano stabilito fin dall'inizio. E' per questo che continuerò a polemizzare con chi, nel movimento per la pace continua a dire che si tratta di attacco e reazione insomma la solita spirale di violenza in cui tutti hanno torto. Non si tratta di torti e di ragioni ma di avere le idee chiare e dire la verità. Il comportamento di Israele sarebbe comunque lo stesso anche senza attentati e razzi kassam perchè non è la conseguenza di attacchi, ma lo svolgimento di piani che comunque metterebbe in atto per conseguire i suoi obiettivi di uno stato ebraico senza i palestinesi.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Miryam, leggo spesso "silenziosamente" il tuo blog e devo dire che trovo sempre molto interessante i tuoi interventi. Pur avendo delle idee abbastanza precise sulla "questione Palestinese" e trovando inequivocabile lo status di oppressore dello stato Isaeliano la comunicazione mediatica subdola e capziosa sa usare al posto giusto quei pochi vocaboli per "disinformare" e orientare l'opinione pubblica in "certe" direzioni.
Continua a dire le cose come stanno!

Angela ha detto...

sì anch'io trovo la tua analisi importante...ti linko cara Myriam, vorrei che altri amici prendessero in considerazione il tuo punto di vista che è quello di molti...