giovedì 30 dicembre 2010

Il razzismo ha rialzato la testa, e il pubblico resta impassibile.

Stampare sempre più articoli bigotti non cambia i fatti: il razzismo ha rialzato la testa, con l'incoraggiamento dei nostri leader politici, e la maggior parte di noi resta indifferente.

di Gideon Levy

Tutto questo sta accadendo, e gli israeliani pensano che stiamo parlando di cose banali. Il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai, descrive la xenofobia degli abitanti della sua città come "comprensibile e giusta”, e il salvatore politico che verrà, l'anchorman Yair Lapid, scrive che se i sudanesi fossero norvegesi, nessuno parlerebbe di razzismo.



Il populismo ossequioso di Lapid, il coscienzioso patrono dei residenti indigenti della sua città, non può coprire la vergogna: se la gente di pelle scura fosse bionda con gli occhi azzurri, non ci sarebbe alcun problema. La prova? Israele ha assorbito centinaia di migliaia di russi non ebrei, biondi con gli occhi azzurri, e nessuno ha protestato, nessuno ha mormorato una parola di biasimo. Chiedete agli etiopi, chiedete agli arabi israeliani, compresi beduini e drusi che servono nelle Forze di Difesa di Israele, e quindi decidete se stiamo parlando di puro razzismo, o di altro.





La gente per la strada farnetica parole di razzismo, e gli esperti spazzano questa immondizia puzzolente sotto il tappeto. I nostri leader sono ancora in piedi, scusandosi di quello che sta accadendo tacendo o con un'adesione meramente formale. Il pubblico, come al solito, è apatico, e la rabbia si incendia, minacciando di bruciare tutta la casa con dentro tutti.

Hai guardato le facce sorridenti dei manifestanti, nel quartiere Hatikva di Tel Aviv, martedì, o hai ascoltato le parole pronunciate quando un ebreo etiope si è alzato a parlare, e gli appelli a bruciare la casa degli stranieri? Credi davvero che questo non sia razzismo? Ascoltate i discorsi sulla nostra società "pura", sull'attenzione al "carattere" di determinate comunità, e sulla diffusione di malattie o di minacce per le giovani donne e chiedetevi: Non sono questi xenofobia e razzismo?

Suona come se lo fosse, sembra che sia, si comporta come se fosse. E lo è. Ma stampare sempre più articoli bigotti non cambia i fatti: il razzismo ha rialzato la testa, con l'incoraggiamento dei nostri leader politici, e la maggior parte di noi resta indifferente. Poche persone si chiedono: è davvero una società in cui vogliamo vivere?

Improvvisamente, gli abitanti di Bat Yam e del quartiere Hatikva sono spaventati e cercano protezione. Una città e un quartiere già noti per la criminalità, e in qualche misura anche conosciuti per essa, spostano le loro paure e i loro guai sullo straniero, anche se gli stranieri, in queste zone, sono meno responsabili del disagio di quanto non lo siano gli stessi residenti.

Così è stato in Europa nel 1930, ed è così da noi ora. Tali dimostrazioni potrebbero accadere in Europa, oggi. solo ad opera di gruppi neo-nazisti e simili; da noi, un sindaco le loda. In Europa ci sarebbero contro-manifestazioni forti. Se l'odio fosse diretto contro gli ebrei, i leader dell'Europa si mobiliterebbero con forti controdimostrazioni. Da noi, non esiste praticamente alcuna risposta.

Questo è ciò che accade quando il "centro" politico è vuoto e immaginario. Lapid e Huldai, Gideon Sa'ar e Tzipi Livni, e, come dato di fatto, la maggior parte degli israeliani, sono maestri della menzogna, della negazione e della repressione. Il danno che fanno non è meno grave di quello provocato dai sobillatori dell'odio, sono complici di un crimine. Ci sono società peggiori della nostra, ma non c'è società più soddisfatta di sé, fiera, condiscendente e cieca ai suoi problemi.

Come al solito, il problema non sono gli estremisti. Essi esistono ovunque. Il problema è un centro politico pieno di apatia e di auto-soddisfazione. Vive con le sue bugie e i suoi divertimenti, e non è per niente preoccupato, ma sempre in cerca dell'emozione successiva. I neri possono spazzare le strade (e scomparire quando hanno fatto il loro lavoro), e gli esperti mendaci possono aiutare la nostra coscienza. Entrambi puliscono la spazzatura ce li lasciamo alle spalle.

Costruiremo campi di detenzione di massa e li chiameremo "aree di attesa". Bandiremo i rifugiati e diremo che questo è "consensuale". Noi continueremo ad essere razzisti e a viverci pacificamente, dopo tutto, Lapid e Huldai hanno detto che è tutto a posto. E se qualcuno osa dire qualcosa su umanesimo, diritti umani e compassione, sarà visto, nel migliore dei casi, come uno dal cuore tenero e, nel peggiore, come un traditore. Basta chiedere a Lapid, stella nascente nei nostri cieli politici.

(traduzione di barbara gagliardi)

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