giovedì 23 dicembre 2010

ESCALATION DI ATTACCHI SU GAZA

Gerusalemme, 22 dicembre 2010 Nena News (foto da Thecornerreport)- Due nuovi feriti ieri a Gaza, nell’area di Khan Younis, in seguito agli attacchi dell' aviazione militare israeliana, il secondo raid della giornata, secondo fonti palestinesi. Ma è da un mese che i raid israeliani si sono intensificati sia a nord che a sud della Striscia, in risposta, secondo quanto dichiarato dai vertici militari israeliani, ai razzi lanciati alle comunità che vivono lungo il confine e agli attacchi contro le truppe, sempre presenti lungo e dentro Gaza. In seguito al razzo Qassam lanciato dalla Striscia e atterrato a pochi metri dall&rs! quo;asilo di un kibbutz nei pressi di Ashkelon, aumenta il timore che possa incrementarsi l’escalation di violenza, a pochi giorni dalle feste natalizie che riportano alla memoria la tragedia di Operazione Piombo Fuso, l’attacco delle forze israeliane sulla Striscia di Gaza di due anni fa che ha provocato più di 1400 vittime della popolazione civile palestinese. Altri quattro attacchi aerei sono stati condotti, secondo le fonti di Al Jazeera , tra lunedi e martedi a nord della Striscia sul campo profughi di Jabailya e sui centri abitati di Beit Lahya, Beit Hanoun e Zeitoun. Sabato notte le forze militari israeliane hanno ucciso 5 miliziani : uno degli attacchi che ha provocato più vittime da Operazione Piombo Fuso. Il capo dell’esercito israeliano Gabi Ashkenazi ha definito i raid di questi giorni “volti a colpire obiettivi di Hamas, alla luce dell’aumento del lancio di Qassam sulle comunità lungo il confine e contr! o le truppe israeliane delle ultime due settimane”. Sebb! ene dietro al lancio dei Qassam di questi giorni e agli attacchi alle jeep e ai mezzi blindati ci sarebbero la Jihad islamica e altri gruppi, Ashkenazi crede che “questi militanti abbiano solo risposto a ordini e segnali lanciati da Hamas”. Secondo i commenti e gli editoriali apparsi sulla stampa israeliana, Hamas, starebbe cercando di “cambiare le regole del gioco”, con Israele che tenta di riportare lo stato di calma piatta, cosi come è stato almeno per un anno dopo Operazione Piombo Fuso. Secondo gli editorialisti di Ha’aretz, Avi Issacharoff e Amos Harel, sebbene Hamas stia giocando un ruolo limitato nel lancio di Qassam di questi ultimi giorni, il fatto che dia il via libero indirettamente ad azioni portate avanti da altri gruppi palestinesi, rappresenterebbe la volontà di testare la risposta di Israele e di ritagliarsi degli spazi di azione senza arrivare a un confronto diretto e più ampio. Da Gaza, invec! e i commenti politici indicano che Hamas lavorerà per riportare la calma e ripristinare lo status quo. Mentre l’attenzione è concentrata sull’escalation degli attacchi da parte della aeronautica militare da un lato e sul lancio dei Qassam dall’altro, tanto che l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Meron Reuben ha presentato questa mattina un appello ufficiale al Segretario Generale ONU Ban Ki-Moon e al Consiglio di Sicurezza in merito al lancio del razzo sull’area di Ashkelon, chiedendo alla comunità internazionale di inviare “un messaggio chiaro e risoluto” al governo di Hamas, poco si sente parlare delle ennesime uccisioni e ferimenti di civili palestinesi al confine con Israele. Solo a novembre secondo il rapporto mensile di OCHA, Ufficio di coordinamento umanitario delle Nazioni Unite nei territori palestinesi, sono 26 i civili palestinesi feriti dalle forze militari israeliane, di cui 18 lungo! il confine. Spesso adolescenti e ragazzini che cercano di soprav! vivere racimolando asfalto o altri materiali da costruzione dalle zone vicine al confine, per rivenderlo. Oppure contadini, costretti a coltivare le proprie terre nell’area controllata da Israele, con accesso ristretto e limitato, zone che costituiscono il 35% della terra agricola di Gaza. I ferimenti e le uccisioni avvengono, secondo i dati OCHA, per le continue restrizioni alla libertà di movimento dei palestinesi, in aree collocate fino a oltre 1500 metri dalla barriera che delimita il confine, un’area che comprende il 17% dell’intero territorio della Striscia. Restrizioni alla libertà di movimento che continuano anche sulle miglia nautiche: sempre secondo OCHA nel 2010 Israele ha ucciso tre pescatori e ne ha feriti 7. L’alleggerimento del blocco totale imposto a Gaza, non cambia la crisi abitativa che costringe intere famiglie Gazaui a vivere ammassate le une sulle altre o senzatetto, dice oggi il lancio dell! ’agenzia Irin dell’ONU, perchè rimane limitato l'ingresso dei materiali da costruzione. Sempre secondo OCHA, le attuali restrizioni sull’ingresso dei materiali da costruzione, l’impedimento imposto al movimento dei civili cosi come la limitazione sull’export, non hanno di fatto modificato la crisi umanitaria di Gaza né migliorato le drammatiche condizioni economiche in cui versa la popolazione. Anche i materiali da costruzione che entrano attraverso i tunnel con l’Egitto non sono sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione locale: c'è un immediato bisogno di almeno 86.000 abitazioni. E le restrizioni applicate dai donatori europei e statunitensi vietano alle agenzie internazionali di utilizzare materiali contrabbandati attraverso i tunnel. Il che significa lasciare nella miseria miglia di famiglie palestinesi, ancora senza casa, a due anni da Operazione Piombo Fuso. (red Nena News)

Nessun commento: