domenica 3 aprile 2011

L'ASSASSINIO DI BAMBINI È PERMESSO QUANDO SONO PALESTINESI

di Alison Weir

I media USA in maniera diffusa e ripetitiva hanno scritto sull'orribile assassinio dell'11 marzo dei tre piccoli israeliani e dei loro genitori. Mentre ancora nessuno sa chi ha commesso questo delitto i resoconti ipotizzano che gli assassini siano palestinesi e per questo l'incidente sta ricevendo maggiore attenzione. Vari capi di stato, compreso Obama, hanno condannato l'accaduto. Se risultasse che l'assassino o gli assassini fossero israeliani, come per qualche inizialmente presunto "terrorista" è risultato o un lavoratore straniero che aveva in precedenza minacciato la famiglia a causa di stipendi non pagati, come uialche resoconto della zona suggerisce, è probabile che la copertura del tragico incidente scomparirebbe rapidamente sulle testate USA.
Per ora tuttavia gli articoli americani continuano a fornire dettagli efferati circa le atrocità. Data la quantità di articoli è sorprendente quante informazioni significative vengano omesse. Per esempio nessuno degli articoli menziona che la località dei delitti,Itamar, vicino Nablus, è un insediamento illegale di soli ebrei in terra rubata palestinese nel mezzo di rifugiati che Israele spinse via dalle terre dei propri avi attraverso massacri e spietate operazioni militari. Nè gli articoli fanno menzione della frequenza con cui i coloni israeliani percuotono, occasionalmente torturano e talvolta uccidono palestinesi di tutte le età, bruciano i loro raccolti e buttano giù le loro piantagioni di ulivi, il mezzo di sostentamento di molti abitanti dei villaggi palestinesi, centinaia almeno di queste piante sono state distrutte da coloni israeliani scatenati.

Estremismo religioso

Anche articoli lunghi sul tragico incidente non menzionano il fatto molto importante e tragicamente ironico che Itamar fu fondata ed è largamente popolata da fanatici ebrei estremisti molti dei quali pensano che l'assassinio di neonati non ebrei è religiosamente permesso e talvolta obbligatorio come discusso nel best-seller "The King's Torah" che fu scritto da autori di questa zona e sostenuto da numerosi rabbini e scuole religiose (ma avversato dalla maggior parte degli israeliani)

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