lunedì 14 novembre 2011

Seconda lettera al pastore Ricca (Chiesa valdese)

Gentile Pastore Ricca,

alcuni (non moltissimi) anni fa la Regione Piemonte si era lasciata convincere ad assegnare re un micro-finanziamento all'ambulatorio del villaggio di Marda, vicino a Salfit, in Cisgiordania. La colonia soprastante, quella di Ariel, aveva già provveduto a confiscare al villaggio buona parte della terra, e degli olivi, sbarrandone l'accesso ai legittimi proprietari. Quando sono andata a vedere, una rete impediva agli abitanti di accedere allo stradone; per accedere all'altra strada si doveva oltrepassare un cancello, chiudibile a piacere dall'esercito israeliano. L'ospedale più vicino era a Nablus, a una ventina di chilometri; ma i posti di blocco (tre) rendevano raggiungerlo un'impresa, compiuta solo nei casi di emergenza. Così, Rete-ECO si era fatta tramite, con la Regione, dell'invio di un micro-sostegno all'ambulatorio per mamme e bambini.
Dopo due anni, il sostegno non è più stato concesso: ci è stato riferito che i denari erano stati deviati al centro Peres.
Così, vede, gli enti pubblici piemontesi hanno scelto di sostenere l'occupante, non l'occupato. Spiace vedere che la Chiesa Valdese, a cui sono legata per l'affetto che nutro per Agape, si accodi. Spiace anche a me personalmente, che per la chiesa valdese ho firmato l'otto per mille da quando questa possibilità esiste, che i denari che arrivano finiscano anche in parte allo stato di Israele, che tutto ha a cuore, fuorché la salute dei palestinesi. Se se ne curasse un minimo, non confischerebbe loro i mezzi di sostentamento, e renderebbe loro possibile raggiungere un ospedale. Provvederebbe a che l'acqua in Cisgiordania fosse equamente divisa, anziché destinarla prevalentemente ai coloni, e non distruggerebbe le povere abitazioni dei beduini, per costringerli ad andare ad abitare nei pressi di una discarica, sempre per far posto a una colonia. O avrebbe fatto in modo che a Gaza arrivassero alimenti a sufficienza, e che si potesse lavorare. Invece, per punire gli abitanti di aver votato Hamas, si era deciso di 'metterli a dieta', e cioè di affamarli tutti. Senza contare i bombardamenti di gente inerme, come in Piombo fuso; sostenuti da un personaggio 'per la pace', quale è Shimon Peres.
Il Centro Peres, come già dice il nome, è mainstream nelle politiche israeliane. Dopo l'assassinio di Rabin, a dirigerlo era andato Carmi Gillon, che aveva perso il posto di capo dei servizi segreti per non aver prevenuto l'omicidio. Questo Carmi Gillon era noto per le torture inflitte ai prigionieri palestinesi, uno dei quali per le torture era morto: lo spiega bene l'organizzazione israeliana per i diritti umani, B'Tselem. Ora, il centro Peres è diretto da un generale. Le sembra credibile che un centro con a capo un generale lavori 'per la pace'?
Pastore Ricca, lei sa meglio di me che l'ultimo Riforma raccontava del profeta Elia, spiegando che non si deve aver paura perché si è piccoli e deboli, quando occorre dire il vero. La Chiesa Valdese sa da quando è sorta che non sono le dimensioni o il potere a definire chi ha ragione. Vi sono diverse organizzazioni israeliane, certo non ricche come il centro Peres, che lavorano per la pace, opponendosi all'occupazione, e lavorando con i palestinesi a pari livello, non come dominatori coloniali. In campo sanitario, ad esempio, lavora insieme ai palestinesi Physicians for Human Rights-Israel. La strada non è quella di sostenere il centro Peres: sosteniamo chi ne ha veramente necessità, i palestinesi; se vogliamo sostenere israeliani, diamo il nostro aiuto a chi, in Israele, lotta davvero perché finisca l'occupazione, e per la pace.

La prego, Pastore Ricca: ci renda noto che avete cambiato idea

Con viva cordialità

Paola Canarutto

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