lunedì 28 novembre 2011

Gli Europei si appellano ai supermercati e ai governi affinchè mettano l'apartheid fuori dei menù Share3

Comunicato del Comitato nazionale palestinese per il boicottaggio

Gli attivisti europei affermano che le importazioni di frutta e verdura da parte di Israele facilitano le violazioni dei diritti dei palestinesi e del diritto internazionale
Più di 60 le azioni che si svolgono in 10 paesi

fuorilapartheidPalestina occupata, 27 novembre – Un'ondata di manifestazioni, flash mob e azioni di pressione da parte di attivisti europei per i diritti umani, sindacalisti, organizzazioni non governative e gruppi religiosi ha chiesto di porre fine al commercio con le aziende israeliane di esportazioni agricole come Mehadrin e Agrexco a causa della loro complicità con le violazioni israeliane del diritto internazionale e diritti dei palestinesi.

Le azioni, organizzate sotto la sigla "Fuori l'Apartheid dal menù", coincidono con la Giornata delle Nazioni Unite di solidarietà con il Popolo Palestinese del 29 novembre, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica circa il ruolo che le aziende agricole israeliane svolgono nel furto di terra e risorse palestinesi nei territori palestinesi illegalmente occupati e nello sfruttamento dei lavoratori palestinesi.

Delle dimostrazioni si sono svolte al di fuori della sede centrale britannica e francese del principale esportatore di frutta e verdura israeliano, la Mehadrin, che esporta prodotti provenienti da colonie israeliane illegali nei territori occupati palestinesi e che lavora con Mekerot, una società di proprietà statale che priva dell'acqua le comunità palestinesi. Gli attivisti di Roma hanno organizzato uno spezzone sulla Palestina alla manifestazione nazionale per l'accesso all'acqua ad un giusto prezzo per tutti.

Jamal Juma', coordinatore di Stop the Wall, la campagna palestinese contro il muro dell'apartheid che sta lavorando per supportare Al Hadidiye, una comunità di beduini su territorio palestinese occupato a cui sono stati recentemente consegnati ordini di demolizione dalle autorità israeliane, ha detto: "Ai residenti di Al Hadidye viene negato l'accesso all'acqua e di conseguenza possono solo allevare bestiame. Nei vicini insediamenti illegali di Ro'i e Beqa'ot, i prodotti agricoli sono coltivati con abbondanza d'acqua rubata per l'esportazione verso l'Europa da Mehadrin e da altre società, e sono queste le aziende che trarranno beneficio dalle minacciate demolizioni di Al Hadidye . "

"Aziende come la Mehadrin traggono profitto e spesso sono direttamente coinvolte nella colonizzazione della terra palestinese e nel furto delle nostre risorse. Il commercio con aziende come queste costituisce una forma importante di sostegno per il regime di apartheid di Israele sul popolo palestinese e deve essere portata a termine ", Juma' ha aggiunto.

Gli attivisti in Belgio, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Norvegia e Svezia hanno picchettato dei supermercati, invitando i consumatori a boicottare i prodotti delle aziende israeliane di esportazione di prodotti agricoli e chiedendo ai supermercati di non venderne più. Molti si sono concentrati sui supermercati di cooperative, che sono tradizionalmente visti avere standard etici più elevati rispetto agli altri supermercati più commerciali.

"Le campagne popolari di BDS e la pressione pubblica che deriva da esse hanno già costretto supermercati in diversi paesi europei ad implementare politiche che sostengano l'impedimento alla vendita di prodotti provenienti da colonie illegali di Israele", ha detto Awwad Hind, coordinatrice del Comitato Nazionale Palestinese della campagna di BDS.

"Ma sono le aziende di esportazioni agricole israeliane che hanno la responsabilità per la complicità con le violazioni di Israele del diritto internazionale, non i singoli prodotti. Queste aziende hanno dimostrato di indurre in errore il consumatore circa l'origine dei prodotti che vendono. Ecco perché gli attivisti chiedono la fine completa del commercio con queste aziende ", ha aggiunto.

In Belgio, gli attivisti hanno tenuto azioni di pressione alla sede del Ministero dell'Economia, per protestare contro la vendita nei supermercati belgi di prodotti coltivati negli insediamenti illegali di Israele nei territori occupati palestinesi.

"I governi europei hanno il dovere di ritenere Israele responsabile per le sue violazioni del diritto internazionale ma l'Europa rimane il più grande mercato per i prodotti agricoli israeliani, compresi i prodotti provenienti da insediamenti illegali israeliani. Un divieto di commercio con gli esportatori israeliani di prodotti agricoli sarebbe in linea con le politiche dichiarate sulla illegalità delle colonie illegali di Israele ", ha detto Awwad.

In Gran Bretagna, gli attivisti hanno picchettato gli uffici delle filiali britanniche di aziende agricole israeliane, comprese la Bickel Flowers e la Edom. Insieme alla società israeliana Orian, la Bickel Flowers ha acquistato di recente l'azienda israeliana di esportazione Agrexco, che era in crisi e che è stata posta in liquidazione dopo la pubblicazione delle loro perdite record e per il fatto di non essere riuscita a pagare i suoi creditori. Gli attivisti sostengono che la loro campagna a livello europeo contro la società, tra cui il boicottaggio popolare, i picchetti nei supermercati, i blocchi dei locali aziendali e le azioni di pressione, siano stati uno dei fattori principali per il collasso della società.

Le azioni si sono svolte come parte del movimento che sta rapidamente emergendo, guidato dai Palestinesi, per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele fino a quando non sia conforme al diritto internazionale.

Comitato nazionale palestinese per il boicottaggio
info@bdsmovement.net

NOTE PER GLI EDITORI

1. Una mappa interattiva di tutte le azioni si puo' trovare su http://www.bdsmovement.net/activecamps/take-apartheid-off-the-menu

Per ulteriori informazioni di base, vedere

http://www.bdsmovement.net/activecamps/take-apartheid-off-the-menu#.Tsuwm3OVtMc

2. Mehadrin è diventata la più grande società di esportazione agricola di Israele dopo il crollo dell'Agrexco.

L'azienda esporta prodotti proveniente dagli insediamenti illegali, tra cui Beqa'ot nella valle del Giordano. Durante le interviste con dei ricercatori, i lavoratori palestinesi del villaggio hanno spiegato che guadagnano addirittura anche solo € 11 al giorno. Uva e datteri confezionati nello stabilimento sono stati tutti etichettati come 'Prodotto di Israele'.

Il ruolo della Mehadrin nel fornire acqua agli agricoltori e i suoi rapporti con la società israeliana di stato per l'acqua Mekorot, rende l'azienda direttamente complice con le politiche discriminatorie sull'acqua di Israele.

Per maggiori informazioni sul Mehadrin, vedere http://www.bdsmovement.net/2011/mehadrin-profile-8450#.Ts-BJXOVtMc

Per informazioni dettagliate sulla complicità di altri esportatori di prodotti agricoli israeliani vedere http://bit.ly/vIrqLp

3. Agrexco, che era in passato la più grande esportatrice di prodotti agricoli di Israele, esporta prodotti proveniente dagli illegali insediamenti israeliani e un tempo era responsabile per l'esportazione e la commercializzazione del 60-70% di tutti i prodotti coltivati negli insediamenti illegali.

Per maggiori informazioni sull'impatto della campagna contro l'Agrexco vedere

http://www.jnews.org.uk/commentary/why-did-agrexco-go-bankrupt

4. Il dominio di Israele sulla fornitura di acqua in Israele e nei territori palestinesi occupati lascia molte comunità palestinesi senza apporti di base di acqua. Secondo le statistiche OCSE, gli agricoltori israeliani usano un sorprendente quantità di 1.127 milioni di metri cubi ogni anno. Solo circa 60 milioni di metri cubi d'acqua in totale sono assegnati all'Autorità palestinese.

OECD (2010), OECD Review of agricultural policies: Israel, 2010

Vedi anche Amnesty International, Assetati di giustizia: l'accesso all'acqua palestinese http://www.amnesty.org/en/library/info/MDE15/028/2009/en

5. Al Hadidiye è una comunità beduina di circa 112 abitanti permanenti e circa 130 abitanti che durante i due mesi più freddi tornano ai villaggi vicino Tobas, dal momento che le forze israeliane hanno già distrutto le loro case e non hanno trovato i mezzi necessari per costruire dei ripari che possono proteggerli dal freddo invernale. Giovedì 10 novembre, le autorità israeliane hanno emanato nove nuovi ordini di demolizione per la comunità, che hanno come obiettivo 17 strutture e interesseranno 72 persone, tra cui donne e bambini. Le organizzazioni palestinesi hanno invitato i sostenitori dei diritti dei palestinesi a contattare le loro ambasciate in Israele sulle demolizioni proposte.

http://stopthewall.org/2011/11/13/al-hadidiye-be-demolished-once-again-halt-new-wave-ethnic-cleansing

Fonte: Comitato nazionale palestinese per il boicottaggio

Traduzione a cura di Stop Agrexco Italia

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