mercoledì 31 ottobre 2007

Annapolis, conferenza di pace o di guerra?

Non un incontro di pace, ma una conferenza di guerra
Michel Warschawski - 23 ottobre 2007.

Per farsi un’opinione su una conferenza, si ritiene di solito importante sapere innanzitutto chi vi parteciperà. Io penso, da parte mia, che la vera questione dovrebbe sempre essere: «Chi non è stato invitato?».
Un incontro per la pace sul conflitto israelo-palestinese dove Hamas non è invitato, non è un incontro per la pace, ma una conferenza per la guerra, contro, tra l’altro, Hamas e parte importante della popolazione palestinese di Cisgiordania e Gaza che ha votato in maggioranza Hamas al Consiglio legislativo palestinese.
Il contesto strategico della conferenza di Annapolis si situa nella strategia neo-conservatrice per una guerra globale, infinita e preventiva, contro «la minaccia islamica», quella che i fondamentalisti della destra cristiana USA che consigliano il presidente George W. Bush chiamano semplicemente senza bisogno di eufemismi, «la guerra contro l'Islam». Hamas non è che un bersaglio, a cui bisogna aggiungere l'Iran, gli Hezbollah in Libano ed eventualmente la Siria, benché il regime siriano sia un regime laico che ha massacrato più islamisti di ogni altro Stato del Medio Oriente. Ma chi se ne preoccupa? Per alcuni dei neo-conservatori inesorabili che stanno sempre attorno a Bush, tutti gli Arabi sono musulmani, e tutti i nemici di Washington sono obiettivi della crociata americana per difendere la civiltà detta giudeo-cristiana contro la minaccia dell'Islam, anche se questa minaccia si chiama Hugo Chavez o Evo Morales.
Durante la sua visita in Medio Oriente, la segretaria di Stato, Condoleezza Rice, ha disposto le sue truppe per la prossima guerra, distribuendo il denaro ai paesi mercenari, minacciando chi esita ancora e dando le ultime istruzioni al governo israeliano. Il fronte degli «Stati moderati», come il dipartimento di Stato osa chiamare gli Stati vassalli di Washington, dovrebbe ora essere pronto per la guerra, e la conferenza di Annapolis costituirà la prima riunione del «gabinetto di guerra» di questa guerra.
C’è tuttavia un elemento che manca nei preparativi americani: quali saranno le rappresaglie iraniane e quanto costerà in uomini e materiali una guerra del genere? Teheran non è Gaza, e l'Iran ha i mezzi per rispondere ad un’aggressione israelo-americana. Gli abitanti di Tel Aviv potrebbero ben essere tra quelli che pagheranno molto caro i piani dementi di George W. Bush... il quale non se ne preoccupa molto.
L’ultima dichiarazione del pazzo della Casa Bianca fa rabbrividire: egli mette in guardia contro una «Terza Guerra mondiale»! «Messa in guardia» è l'espressione neo-conservatrice per dire «minaccia». In breve, nella sua completa follia, Bush minaccia di lanciare una guerra nucleare in Medio Oriente, una guerra che, facilmente, potrà propagarsi in tutto il mondo. Nel loro assoluto cinismo, i neo-con presentano questa guerra come una guerra «per la difesa degli Ebrei». Gli Ebrei, presi come pretesto di una nuova crociata condotta dai fondamentalisti cristiani, e lo Stato d'Israele come testa di ponte della guerra di difesa della civiltà giudeo-cristiana!
No, grazie! Noi, gli Ebrei, dovremo pagare due volte, e un prezzo molto elevato, per questa guerra: in primo luogo per essere i battaglioni di punta dei crociati e poi come capri espiatori, quando questa guerra sarà perduta. Non c’è dubbio alcuno che, quando l'avventura USA arriverà alla sua conclusione, in un fiasco sanguinoso, questi stessi dirigenti che si sono serviti degli Ebrei come pretesto, accuseranno gli Ebrei del loro fallimento. Nessun bisogno di essere profeta per predire che i fondamentalisti cristiani che circondano Bush e spingono ad uno «scontro di civiltà» - che sono dei super-sionisti e degli antisemiti arci-convinti – se la prenderanno, ancora una volta, con gli Ebrei per la crisi nella quale la santa crociata, che fu la loro, contro l'Islam, avrà condotto il mondo occidentale.
Bisognerebbe che una voce ebraica, forte, in Israele come in tutto il mondo, si levasse per dire al mondo: «Non in nostro nome! Non servitevi degli Ebrei come pretesto per la vostra aggressione imperiale!» Purtroppo, e si può dire tragicamente, ad Annapolis, i due Ehud, Olmert e Barak, faranno esattamente il contrario, faranno il gioco e la propaganda dei peggiori antisemiti della nostra epoca: offriranno spontaneamente la nostra nazione e gli Ebrei di tutto il mondo perché siano, insieme, il principale strumento della Terza Guerra mondiale.
Che Dio ci aiuti, o chiunque altro che possa fermare questa follia!

22 ottobre 2007 - Blog di Michel Warschawski su Alternative Information Center

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