lunedì 21 febbraio 2011

Il Medio Oriente non ha bisogno di stabilità.

Questa cosiddetta stabilità riguarda milioni di arabi che vivono sotto regimi criminali e scellerate tirannie.

di Gideon Levy



Quando un carro armato entra in un quartiere residenziale, semina paura e distruzione e i bambini del posto lo prendono a sassate, che cosa si dice che è? “Disturbo della quiete pubblica”. E come si chiama l'arresto di quei bambini che scagliano le pietre, per permettere al carro armato di proseguire sul suo cammino senza trovare più alcuno ostacolo? “Ripristino dell’ordine”.

E’ così che hanno plasmato in modo ingannevole il nostro linguaggio, riciclato perché possa servire al nostro solo racconto che ci descrive la realtà ingannevole in cui viviamo. Nel frattempo, anche se i carri armati non stanno più entrando nelle zone residenziali, nei territori palestinesi l’ordine viene mantenuto in qualche modo anche senza di loro. L’occupante opprime, il popolo occupato frena i propri istinti e la propria lotta, cosicché - per ora - l’ordine regna sovrano. Stabilità.

All’improvviso, anche l’Egitto ha avuto il coraggio di “turbare la pace”. Il suo popolo, che ne aveva abbastanza del governo corrotto del paese e della repressione tirannica della sua voce, è sceso in strada. Si è sollevato. Il mondo occidentale, compreso Israele, è preoccupato per questo grande pericolo – la stabilità in Medio Oriente sta per venire compromessa.

Infatti, la stabilità dovrebbe essere compromessa. La stabilità dell’area, cosa che gli occidentali e gli israeliani sono giunti al punto di desiderare ardentemente, significa semplicemente perpetuare lo status quo. Situazione che potrà anche essere accetta per Israele e l’Occidente, ma che è pessima per i milioni di persone che hanno dovuto pagarne il prezzo. Il mantenimento della stabilità in Medio Oriente implica il perpetuarsi dell’intollerabile situazione a causa della quale circa 2,5 milioni di palestinesi sono senza alcun diritto di esistere e vivono sotto il tallone del governo israeliano, e un altro paio di milioni di rifugiati palestinesi della guerra del 1948 che vivono profughi in campi nei paesi arabi, dove sono ugualmente carenti dei diritti, della speranza, dei mezzi di sopravvivenza e della dignità.

Questa cosiddetta stabilità riguarda milioni di arabi che vivono sotto regimi criminali e scellerate tirannie. Nella stabile Arabia Saudita, le donne sono considerate poste al più infimo gradino, nella stabile Siria ogni segno di opposizione viene represso, nelle stabili Giordania e Marocco, pupille agli occhi dell’occidente e di Israele, le persone hanno paura di pronunciare una parola di critica contro il loro re, anche nelle normali conversazioni da caffè.

La tanto sospirata stabilità in Medio Oriente, in Egitto riguarda milioni di persone povere e prive di istruzione, mentre le famiglie al potere fanno festa con i loro capitali miliardari. Riguarda regimi la cui maggior parte dei bilanci sono incanalati scandalosamente verso le spese militari, che inutilmente si riforniscono di armi in modo illimitato per preservare il regime – a scapito dell’educazione, dell’assistenza sanitaria, dello sviluppo e del benessere. Questa stabilità poggia su un governo che passa di padre in figlio (e non solo nelle monarchie della regione) e su elezioni falsificate, alle quali sono ammessi solo i rappresentanti dei partiti al potere.

Si tratta di guerre senza senso e inutili, di guerre civili e di guerre tra paesi nei quali le persone versano il proprio sangue per i capricci e la megalomania dei loro governanti. Si reprime il libero pensiero, l’autodeterminazione e la lotta per la libertà. E’ fatto di debolezza , di mancanza di crescita e di sviluppo, mancanza di opportunità di progresso e di benefici, pressoché inesistenti per le masse, la cui situazione è terribilmente stabile. Sono stabili nella loro miseria e nell’oppressione.

Una regione ricca di risorse naturali e umane, che avrebbe potuto prosperare almeno quanto l’Estremo Oriente, da decenni occupa una posizione stabile. Dopo l’Africa, è il luogo più arretrato al mondo.

Questa è la stabilità che all’apparenza si vuole preservare; la stabilità che gli Stati Uniti vogliono sempre salvaguardare, la stabilità che l’Europa vuole conservare. Qualsiasi cosa metta a repentaglio questa stabilità viene considerata come un disturbo alla quiete pubblica – e questo è un male almeno per noi.

Ma dobbiamo ricordare che quando Israele venne fondato, esso rappresentò un'enorme scossa per la regione – quello che minacciò la sua stabilità e costituì un grandissimo pericolo: ma per noi e per l’Occidente fu solo una scossa giusta. Ora è giunto il momento di disturbare la quiete un po’ di più, di mettere a repentaglio la stabilità senza senso il cui sta vivendo il Medio Oriente.

I popoli della Tunisia e dell’Egitto hanno dato l’avvio a processo. Gli Stati Uniti e l’Europa dapprima hanno balbettato, ma poi hanno riacquistato presto la ragione. Essi hanno finalmente capito anche che la stabilità della regione non è solo ingiusta, è illusoria: alla fine sarà messa a repentaglio. Quando il carro armato ci invade la nostra vita, bisogna prenderlo a sassate; nel Medio Oriente la stabilità va spazzata via.

(tradotto da mariano mingarelli)

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