martedì 3 maggio 2011

Dalla Puglia a Vendola

Comitato Tadamon Filastin (Solidarietà Palestina) - Comitato di solidarietà col popolo palestinese in Terra di Bari
Comunità palestinese di Puglia e Basilicata



COMUNICATO

Giovedì 28 aprile, a margine della presentazione dello spettacolo “Lo stesso mare” al Teatro Petruzzelli di Bari, il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha incontrato l'ambasciatore israeliano Gideon Meir, rilasciando una serie di dichiarazioni.
"Conoscere la cultura ebraica è un antidoto fondamentale a una delle più odiose forme di intolleranza”, ha dichiarato il presidente, e fin qui siamo d'accordo. Lo siamo assai meno nel momento in cui si vuole identificare la cultura ebraica esclusivamente con quella israeliana, e non lo siamo affatto, nel momento in cui la cultura diventa un pretesto per avviare politiche di collaborazione con lo Stato di Israele, stato colonialista e razzista che segrega, bombarda, opprime e affama un intero popolo, i palestinesi, nel momento in cui nel mondo voci sempre più numerose (anche ebraiche) si levano, chiedendo di boicottare questo stato finché non riconoscerà i diritti dei palestinesi sanciti dalle Risoluzioni ONU.
Ma il Presidente Vendola è andato molto oltre: si è spinto fino ad affermare che Israele è "un Paese che ha trasformato aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini"; è curioso che un politico come Vendola, che ha fatto della necessità di nuove narrazioni una sua bandiera, si riduca poi a riproporre la vecchia e stantia narrazione colonialista del deserto fatto fiorire dai coloni europei...
Vorremmo dire al Presidente Vendola che in Palestina c'è anche il deserto, è vero. E che non è mai fiorito: il Negev è oggi un grande poligono di tiro per le basi militari israeliane, i cui abitanti originari, i beduini, sono oggi segregati in villaggi "non riconosciuti". Ma il resto della Palestina non è mai stato un deserto. Prova ne sia il fatto che ancora nel 1948 la maggior parte dei suoi abitanti erano contadini, e che ben prima dell'arrivo dei coloni sionisti alla fine dell'800 essa esportava grano, olive e agrumi in Europa.
Ancora più insultante è poi la dichiarazione su Israele che "si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti con pratiche di avanguardia". Fra queste pratiche di avanguardia c'è l'appropriazione indebita delle falde acquifere della Cisgiordania e di Gaza, con cui Israele sottrae acqua ai palestinesi, ai quali impedisce poi di scavare pozzi. E c'è l'infame prassi di utilizzare la Cisgiordania come una discarica: se il Presidente volesse un giorno recarsi a Ramallah da Gerusalemme, scoprirebbe che tutta la strada è una discarica; e se volesse recarsi a Hebron, vedrebbe i rifiuti che i coloni scaricano addosso ai palestinesi dalle finestre delle case che hanno occupato manu militari.
Per l'energia basti ricordare che il 40% del fabbisogno del gas di Israele viene fornito dall'Egitto al 25% del costo di mercato, ovvero rapinando il popolo egiziano di questa ricchezza.
Con le sue dichiarazioni, il Presidente ha insultato l'intero popolo palestinese. Sarebbe opportuno che si informasse, prima di avventurarsi in simili dichiarazioni. Il presidente Vendola non ricorda, non condanna, non deplora 60 anni di occupazione israeliana delle terre palestinesi, non spende una parola sul muro dell'apartheid, non chiede la liberazione degli 11.000 prigionieri palestinesi racchiusi nelle prigioni israeliane, per la maggior parte senza processo ma con detenzione amministrativa, non spende una parola sull'assedio inumano a cui è sottoposta la Striscia di Gaza. No, nulla di tutto questo, il presidente Vendola fa il panegirico di Israele.
O forse preferisce farsi nuovi amici fra i sionisti, e dimenticarsi dei vecchi: forse la strada per Palazzo Chigi passa per Tel Aviv?

Bari 30 aprile 2011

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