martedì 16 agosto 2011

Ai parlamentari italiani che sono contro il riconoscimento dello stato palestinese

Onorevoli Parlamentari della Repubblica Italiana, Illustrissimo Presidente della Repubblica,

Abbiamo appreso con disappunto e preoccupazione (vedano:
http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/news/3067-no-allo-stato-di-palestina-firmato-i-parlamentari-italiani) che più di 150 Parlamentari italiani hanno sottoscritto la petizione lanciata dall’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele contro il riconoscimento dello Stato di Palestina, atteso per il prossimo settembre alle Nazioni Unite.
Vorremmo qui invitarvi ad esprimervi riguardo a questo drammatico problema, dopo aver compiutamente considerato la realtà della situazione dei rapporti tra Ebrei e Palestinesi Arabi nella terra tra il Giordano ed il Mediterraneo avendo come obbiettivo la pace, che è possibile solo con il render giustizia al popolo Palestinese. Sappiamo che in Israele-Palestina uno Stato moderno, potentemente armato e tecnologicamente avanzatissimo è stato fondato da Ebrei europei immigrati cacciando di casa gli abitanti autoctoni Arabi-Palestinesi. Parecchie migliaia di loro sono stati uccisi dalle armi israeliane o dagli stenti durante quella pulizia etnica; alcuni dei 750mila cacciati sopravvivono, con i loro discendenti (ormai alcuni milioni) in campi profughi nei Paesi circostanti, in condizioni spesso inumane. Quelli di loro rimasti in territorio israeliano, costituiscono oggi circa il 21% della popolazione di Israele, ma sono cittadini discriminati in modo inaccettabile in ogni paese civile. Come tutti ricordate, le Nazioni Unite avevano destinato il territorio dell’ex-Mandato Britannico a due stati, uno per gli Ebrei (il 56% della Terra) ed uno per gli Arabi Palestinesi (il 43%). Entro il 1949, lo stato di Israele ha conquistato con guerra vittoriosa contro gli stati Arabi circostanti (gli Arabi Palestinesi non avevano allora, né hanno oggi, uno stato) il 78% della Palestina. Dopo la conquista del 1967, Israele occupa militarmente anche quel 22%, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, che erano rimaste ai Palestinesi. Le deliberazioni delle Nazioni Unite che ingiungevano a Israele di consentire il ritorno dei profughi alle loro case e di ritirarsi dalle terre occupate nel 1967 sono sempre state, e sono tuttora, del tutto disattese. Anzi, Israele ha continuamente installato coloni Ebrei nelle terre occupate militarmente, fondandovi colonie permanenti e cacciandone manu militari gli abitanti Palestinesi: questo processo è continuato ininterrottamente, e continua tutt’oggi, intensamente, contro il diritto internazionale ed i principi enunciati nella dichiarazione di indipendenza di Israele. Come certo sapete, Israele non ha una Costituzione (per proclamarla dovrebbe definire il territorio nazionale su cui sia valida, e Israele non lo vuol fare, in attesa di attribuirsi tutta la Terra tra il Giordano ed il Mediterraneo), ma sostiene di avere come documento ispiratore quella dichiarazione. Questo documento è continuamente violato a danno degli Arabi Palestinesi, che non hanno i fondamentali diritti dei cittadini israeliani Ebrei: dal 2003, Israele vieta ai suoi cittadini di convivere con coniuge e figli se hanno sposato Palestinesi (e poiché a sposare Palestinesi, dei cittadini israeliani, sono in assoluta prevalenza non gli Ebrei ma i Palestinesi, la norma è gravemente discriminatoria). Per vivere sotto lo stesso tetto con i famigliari, se questi risiedono nei territori occupati militarmente, i Palestinesi israeliani devono ottenere il permesso delle autorità... israeliane. Neppure il governo fascista era arrivato a tanto con le leggi razziali italiane del 1938. Per non parlare delle quotidiane angherie e violenze che i Palestinesi sono costretti a subire, e che hanno lo scopo di costringerli ad andarsene (dove?), delle migliaia di Palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane, senza i diritti alla difesa d’obbligo nei paesi civili, e dell'iniqua distribuzione dell'acqua, fra Palestinesi e coloni, nei territori occupati.
Purtroppo, la Comunità Internazionale è gravemente colpevole per l’aver permesso ad Israele di violare gravemente tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani in Palestina ed Israele, nonostante le conclusioni di numerose commissioni che hanno constatato la gravità dei fatti, compresa la strage di civili compiuta da Israele a Gaza nel 2008-2009. L’opinione pubblica italiana si è pronunziata, in molte circostanze, perché il nostro Paese prenda decisioni atte a instaurare Giustizia e Pace: ricordiamo anche le parole del Presidente Pertini: “Adesso sono partiti i Palestinesi. Ha avuto inizio la loro “diaspora”. Una volta furono gli Ebrei a conoscere la diaspora. Vennero dispersi, cacciati dal Medio Oriente e dispersi per il mondo; adesso sono invece i Palestinesi. Ebbene io affermo ancora una volta che i Palestinesi hanno diritto sacrosanto ad una patria ed a una terra come l’hanno avuta gli Israeliani.”
(dal discorso di fine anno del 31 dicembre 1983)

Vi chiediamo dunque, onorevoli parlamentari, di prendere in considerazione, con urgente priorità, il riconoscimento di uno Stato di Palestina da parte delle Nazioni Unite: molti problemi rimarranno ancora per stabilire giustizia e pace in quella Terra, ma il riconoscimento internazionale darà alcune garanzie ai Palestinesi, di cui oggi non fruiscono. L’Italia non può mancare a questo suo dovere, e ci aspettiamo che il nostro Parlamento si pronunci e si impegni in questo senso.

A nome di Rete-ECO (Rete degli Ebrei contro l'Occupazione), dott. Paola Canarutto



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