sabato 31 dicembre 2011

GAZA: NUOVA AGGRESSIONE ALLA BARCA OLIVA

La barca pacifista, che monitora le violazioni a danno dei pescatori palestinesi, e' stata avvicinata dalle motovedette israeliane e ha rischiato di ribaltarsi. GUARDA IL VIDEO

DI DANIELA RIVA E ROSA SCHIANO

Gaza, 30 dicembre 2011, Nena News (le foto sono Rosa Schiano) - Oliva, la piccola imbarcazione che monitora le violazioni dei diritti umani sui pescatori palestinesi nelle acque di Gaza, è stata attaccata mercoledi’ dalla marina israeliana. A bordo vi erano due osservatori internazionali ed il capitano palestinese. Come di solito, Oliva si era diretta verso le piccole imbarcazioni dei pescatori. La sua presenza è infatti espressamente richiesta dai pescatori palestinesi che si sentono così maggiormente protetti durante la loro attività.

Alcuni pescatori hanno recentemente dichiarato che la presenza di internazionali permette loro di prendere una maggiore quantità di pesce.

Mercoledi’ mattina la barca Oliva si è diretta dapprima verso nord, dove ha osservato una nave della marina israeliana sparare colpi di arma da fuoco ed intimare ai pescatori di andar via. Successivamente, poco prima delle 11:00, mentre si trovava insieme ad altre imbarcazioni di pescatori a quasi tre miglia nautiche dalla costa, è stata raggiunta a grande velocità da una nave della marina israeliana, che ha iniziato a girare velocemente intorno a loro ed alla Oliva provocando forti onde. I pescatori sono scappati.

Sfortunatamente, a causa di un problema al motore, la Oliva non è stata in grado di ripartire, ed è rimasta in balia delle onde provocate dalla marina israeliana. Pur avendo visto che non era in grado di ripartire, i soldati hanno continuato a girare velocemente attorno alla barca, creando onde sempre più alte. Una di queste onde ha travolto e quasi ribaltato la Oliva. Il capitano della barca è caduto in mare, procurandosi anche una ferita al ginocchio ed alla coscia sinistra. I due osservatori internazionali a bordo sono caduti sul pavimento della barca e sono stati completamente travolti dall’acqua, non riportando ferite.

I due osservatori hanno inoltre ripetutamente ed invano chiesto ai soldati israeliani di fermarsi e di spiegare il motivo della loro aggressione. Successivamente, una imbarcazione di pescatori si è avvicinata alla Oliva ed attraverso una corda l’ha trainata verso la costa.

Nelle recenti missioni della barca Oliva, lo staff internazionale ha osservato che la marina israeliana continua a sparare in acqua o in direzione dei pescatori con colpi di arma da fuoco, intimando ai pescatori di tornare a casa, utilizzando inoltre cannoni d’acqua per attaccarli. Lo staff internazionale inoltre denuncia che spesso gli attacchi avvengono stesso entro il limite “imposto” delle tre miglia nautiche.

Recentemente sì è verificato che, in assenza della barca Oliva, alcuni pescatori palestinesi sono stati feriti con colpi di arma da fuoco o arrestati e trasportati ad Ashdod, in Israele, e le loro barche sono state confiscate. L’ultimo episodio risale a domenica 18 dicembre quando quattro palestinesi sono stati arrestati e trasportati ad Ashdod, uno dei quali ha riportato una frattura alla gamba sinistra dovuta all’impatto con la nave della marina israeliana su cui cui è stato violentemente issato.

Gli accordi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo) stabiliscono che l’area entro cui i pescatori palestinesi possono pescare si estende fino a 20 miglia nautiche dalla costa. Quest’area fu poi progressivamente ridotta alle 12 miglia, alle 6 miglia ed attualmente alle 3 miglia imposte dalla marina israeliana dal gennaio 2009. Questi continui attacchi non soltanto violano la legislazione internazionale sui diritti umani, ma colpiscono inevitabilemte l’industria ittica che sostiene migliaia di famiglie palestinesi e la loro capacità di autosostenersi.

L’area interna alle tre miglia è ormai povera di pesci ed il numero di pescatori palestinesi si è ridotto nel corso degli ultimi anni a causa di queste difficoltà.

E possibile visionare i reports della barca Oliva in inglese sul sito del CPS Gaza http://www.cpsgaza.org/ e in italiano su http://ilblogdioliva.blogspot.com/

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