mercoledì 4 aprile 2012

I coloni occupano, rubano e sfruttano i bambini palestinesi

Bambini palestinesi costretti a lavorare nelle colonie israeliane
di Adri Nieuwhof (Electronic Intifada)


Circa un mese fa ho scritto nel mio blog a proposito dei 60mila palestinesi che vivono sotto le terribili condizioni dell’occupazione israeliana nella Valle del Giordano e nell’area del Mar Morto. Israele proibisce ai palestinesi di utilizzare il 94% della loro terra.


Sostenuti dal governo, circa 9.500 coloni hanno sviluppato un ricco e fruttuoso commercio agricolo nella Valle del Giordano occupata, in violazione del diritto internazionale. L’impatto delle politiche israeliane sui bambini palestinesi appare chiaro in un video prodotto da Ma’an Development Center. Inoltre, Ma’an ha redatto un report che ho potuto visionare prima della pubblicazione.



“Essere costretto a farlo lavorare mi fa sentire dolore fisico, allo stomaco”, dice il padre di uno dei bambini lavoratori.

Mohammaed, 16 anni, vive nel villaggio di Fasayil, nella Valle del Giordano. La storia di Mohammed e della sua famiglia è un esempio dell’effetto che ha l’occupazione israeliana sulla vita dei palestinesi. “Voglio diventare un meccanico, ma non abbiamo abbastanza soldi per questo. Così, lavoro nelle colonie, un lavoro duro. Devo spostare pesanti casse di verdura, non ce la faccio, ma sono costretto”.

Suo padre spiega che la famiglia ha solo cinque dunam di terra (1 dunam = 1 km²). Coltivare un dunam costa duemila shekel (circa 400 euro). “Cosa possono fare cinque dunam per un famiglia numerosa? E siamo sotto occupazione. Non possiamo esportare i nostri prodotti o farceli pagare bene nel nostro mercato. E quando i prezzi crescono, Israele inonda di prodotti i nostri mercati. Quando i checkpoint vengono chiusi, le nostre verdure vengono danneggiate. Queste sono le ragioni per cui mio figlio Mohammed è stato costretto a lasciare la scuola e a lavorare nelle colonie”.

Anche il figlio di Mahmoud Zbeidat lavora per i coloni israeliani della Valle del Giordano. Dice nel video: “Voglio che mio figlio Ismail diventi un dottore. Spero che tutti i miei bambini siano felici nella loro vita. Ogni padre vorrebbe che i propri figli avessero successo e una vita migliore. Non vogliono vederli lavorare per i coloni. Quando vedo il mio bambino andare nella colonia alle 6 del mattino e sprecare la sua vita, per poter guadagnare e mangiare, mi sento male, sento dolore allo stomaco: lo sto obbligando a lavorare”.

Lavoro minorile negli insediamenti illegali in Valle del Giordano

La profonda miseria e la povertà del sistema educativo spingono i bambini a lavorare nelle colonie agricole nella Valle del Giordano.

Un rapporto in arabo pubblicato da Ma’an mostra come il numero di bambini palestinesi costretti a lavorare nelle colonie oscilli tra 500 e 1000 – alcuni di loro minori di 13 anni. Molti di loro risiedono nella Valle del Giordano, altri arrivano da altre zone della Cisgiordania occupata. Raccolgono, puliscono e impacchettano frutta e verdura. Sono costretti a lavorare durante il caldo insopportabile dell’estate, a 50 gradi, e nel freddo invernale, quando la temperatura scende a zero gradi. Iniziano la mattina presto, alle 5.30, e proseguono fino alle due di pomeriggio. Lasciano la scuola perché il lavoro si svolge proprio durante l’orario delle lezioni.

Secondo Ma’an, la maggior parte dei bambini lavoratori sono illegali e non ricevono alcun beneficio. “Guadagnano” 50 o 60 shekel al giorno, 10-12 euro. Il loro salario medio è più basso di quello dei palestinesi adulti che guadagnano tra i 60 e i 100 shekel ( 12-20 euro) al giorno, e un terzo del salario minimo previsto dalla legge israeliana.

I diritti dei bambini

Israele ha ratificato la Convenzione dei Diritti del Bambino che stabilisce che un minore – una persona con meno di 18 anni d’età – dovrebbe essere cresciuto in un clima di pace, dignità, tolleranza, libertà, uguaglianza e solidarietà. Al contrario, l’occupazione illegale israeliana ha dato vita ad una situazione distruttiva per le famiglie palestinesi. Le povere condizioni economiche spingono i genitori e i loro figli ad accettare impieghi nelle colonie agricole israeliane della Valle del Giordano. I bambini accettano lavori in condizioni difficili per salari bassissimi. Lavorano in nero, senza benefici né tutele. Alcuni lasciano la scuola per aiutare economicamente la propria famiglia.

“Come politica ufficiale, il lavoro minorile nelle colonie è vietato. Ma ci sono accordi tra l’Autorità Palestinese e Israele che non ci permettono di interferire”, spiega Amjad Jaber, portavoce del Ministero del Lavoro a Gerico nel video, in una dichiarazione scioccante. Non ha ragione. Israele, l’Autorità Palestinese e la comunità internazionale hanno il dovere di proteggere i diritti dei bambini.

Questo articolo è apparso su Electronic Intifada: http://electronicintifada.net/blogs/adri-nieuwhof/poverty-drives-palestinian-children-work-israels-agricultural-settlement

Tradotto in italiano da Emma Mancini (Alternative Information Center)

VIDEO: Child laborers in Israeli agricultural settlements in the Jordan Valley, Palestine

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=DqUjWpV6NYg#!

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