mercoledì 18 aprile 2012

Le nostre 12 ore da “criminali” in un carcere israeliano

Multimedia, Reportage | 16 aprile 2012



I fratelli Joshua e Valerio Evangelista

di Joshua e Valerio Evangelista

Pubblichiamo gli sms che i nostri Valerio e Joshua Evangelista ci hanno mandato appena dopo la liberazione da un centro di detenzione di Tel Aviv.

Cari amici di Frontiere News, un grazie di cuore per averci sostenuto in queste ore frenetiche. Come molti di voi sanno, siamo stati fermati all’aeroporto di Tel Aviv in quanto avevamo deciso di partecipare ad una missione umanitaria in Palestina a detta loro “sospetta”. Quando ci siamo rifiutati di essere reimbarcati coattamente senza poter contattare l’ambasciata hanno deciso di trattenerci in un centro di detenzione. Qui siamo stati trattati come animali: separati, a me è capitata una cella isolata, Valerio è stato messo in compagnia di un detenuto russo in attesa di espulsione.

Mi hanno negato l’acqua, siamo stati derisi, strattonati, invitati a “fare missioni umanitarie in Siria, dove ti sparano direttamente”. A Valerio le guardie hanno dato un panino per poi morderglielo mentre aveva un permesso per andare in bagno. Uno degli sfregi con i quali si divertivano a infastidirci. Ci fissavano e ridevano. Non abbiamo ricevuto violenze fisiche oltre le spinte, ma è andata diversamente ad un attivista spagnolo che si era rifiutato di entrare in cella, picchiato e preso a calci.

La situazione è cambiata drasticamente all’arrivo del console Nicola Orlando, il quale ci ha spiegato che in realtà avremmo avuto diritto a chiamare, celle aperte e stare insieme, essendo un centro di fermo amministrativo e non un carcere penale. Dopo l’arrivo del console ci hanno aperto le celle e dato un buon pasto caldo. Alle 5 di questa mattina dopo 12 ore di detenzione, abbiamo accettato l’espulsione. Non sappiamo più nulla delle nostre valigie e soprattutto del mio i-pad che mi è stato sequestrato per darlo, a detta loro, al Mussad.

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