venerdì 3 aprile 2009

NO F35

LETTERA APERTA
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
AL PRESIDENTE DEL SENATO
AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI DIFESA
AI CAPI GRUPPO PARLAMENTARI DELLA REPUBBLICA ITALIANA
L'impegno politico e finanziario previsto dal Programma JSF non è compatibile secondo noi, oltre che con la Costituzione Italiana, per le caratteristiche del sistema d’arma con spiccata connotazione “expeditionary”, cioè per bombardamenti aerei fuori area ben difficilmente motivabili con la difesa del territorio nazionale
con le disponibilità finanziarie nazionali,
tenuto conto del contesto di difficoltà e crisi generale e nazionale ( costo stimato 2009- 2026 di 12,9 miliardi di euro alle condizioni economiche 2008 per l’acquisizione di 131 velivoli e 4,5 miliardi di dollari per il supporto logistico iniziale (con punte intorno a un miliardo di euro impegnati per gli anni dal 2012 al 2016 )
con la conseguente necessità di stabilire diverse priorità negli impegni finanziari pubblici:
- a livello interno le spese sociali essenziali (scuola, sanità, sicurezza e ammortizzatori sociali) e il sostegno a ricerca e produzione per fonti energetiche rinnovabili e pulite (v. esempio della Germania e della Spagna) per rispondere responsabilmente alle emergenze ambientali, climatiche, agricole, idriche e garantire un futuro di sicurezza e di equilibrio alle giovani generazioni
- a livello estero la cooperazione internazionale per risolvere i problemi di squilibrio, povertà, fame, sete, malattie, mortalità (v. Obiettivi del Millennio, vedi impegno a raggiungere lo 0,70 % del PIL nazionale in cooperazione, impegno largamente disatteso dall’Italia, agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi ricchi)
La lettura della situazione internazionale, alla luce del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione dei Diritti Umani, ci motiva a credere che la prevenzione e la soluzione dei conflitti vanno ricercate nella cooperazione internazionale per migliorare le condizioni di vita dei popoli e realizzare il diritto alla vita di ognuno e in un lavoro di riequilibrio delle diseguaglianze verso l’equità sociale dentro le nostre stesse società in crisi.
L’infinito rinnovarsi di alcuni conflitti irrisolti e armati in molte parti del mondo, il costo insostenibile in vittime civili dovunque si scelgano le armi come soluzione dei conflitti, ci obbligano a ricercare forme di costruzione di pace giustizia e sicurezza basate su prevenzione, early warning, interventi civili, diplomazia multilaterale, sostegno alle società civili disarmate.
A partire dagli Stati Uniti d’America, vi sono segnali di cambiamento nella politica internazionale. Non stiamo per caso sbagliando ad immaginare il futuro comune possibile? Quali territori lontani da qui ci immaginiamo di dover bombardare con F35 “stealth and expeditionary”? Nel 2026 ci sarà carburante per farli decollare?
Infine, non crediamo che l’ipotesi-promessa (generica e al condizionale) di 10.000 posti di lavoro sia realistica, per un programma dove la fase di progettazione è già conclusa e si tratta di assemblaggio finale di una parte dei velivoli eventualmente acquisiti da paesi europei, in un settore ad alta tecnologia con un basso rapporto investimento-occupazione. Qualunque altro tipo di investimento darebbe a parità di impegno finanziario maggiori opportunità di occupazione ai lavoratori in Italia.
Invitiamo ad avere il coraggio la lungimiranza e la saggezza di sospendere il programma F35 JSF e di reinvestire in modo costruttivo (sociale, ambientale, internazionale) i fondi pubblici previsti.
NOVARA 31 MARZO 2009
ASSOCIAZIONE PER LA PACE DI NOVARA, MEDICINA DEMOCRATICA, ASS. CRISTIANA CASAGRANDE , LABORATORIO PER LA PACE, TAVOLO NOF35

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