giovedì 14 ottobre 2010

Una chiarificazione di chi è la Elad società diretta dal delinquente che ha investito il bambino

A Silwan, 40mila abitanti, il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat, ha deciso di procedere alla demolizione di 22 delle 88 case palestinesi a rischio di demolizione nell’area di Al Bustan che gli israeliani chiamano “Gan Hamelec” (giardino del re). In questo quartiere ai piedi della città vecchia sotto il muro del pianto e la spianata delle moschee i coloni hanno allestito su case palestinesi espropriate negli anni scorsi il “Parco archeologico di re Davide”. Chi finanzia il “progetto archeologico” è la Elad, un’impresa immobiliare privata che non ha voluto dichiarare né i nomi dei fondatori né dei soci. Dal 91’ ha iniziato ad acquistare appartamenti nel quartiere arabo soprattutto ad Al Bustan e Wadi Helweh incoraggiando lo stabilirsi di famiglie ebraiche, ha in gestione e finanzia la “città di Davide” aiutata dalla municipalità e dall’”Autorità per le antichità”. Secondo l’archeologa Eilat Mazar, che “lavora” da anni in quest’area, i reperti trovati negli scavi confermano senza dubbio alcuno che re David aveva il suo palazzo a Silwan. Di diverso avviso l’archeologo Yonatan Mizrachi che ha lasciato l’”Autorità delle antichità” per protesta. “Vogliono usare l’archeologia biblica per conquistare consensi e giustificare l’espulsione dei palestinesi” afferma Mizrachi “A Silwan non è mai stata trovata la prova della presenza di re David e se un giorno verrà alla luce la scritta - Benvenuti al palazzo di re David - ciò non potrà mai giustificare l’espulsione di migliaia di palestinesi”. Da più di dieci anni la Elad porta avanti scavi sotterranei i cui risultati finora non sono stati resi pubblici. I 600 metri di tunnel scavati con i finanziamenti della Elad e che corrono sotto le case palestinesi hanno già provocato crolli strutturali.

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