venerdì 7 gennaio 2011

CENTINAIA DI DONNE,RICORDANDO JAWAHER

"In una democrazia non si uccidono i manifestanti!" Afferma Netanjau parlando dell'Iran. Naturalmente se i manifestanti non sono palestinesi, se poi sono anche non-violenti allora si che si può! In Palestina i manifestanti uccisi da Israele non si contano, ci vuole una bella faccia tosta per proferire certe parole!


Una veglia silenziosa per ricordare Jawaher ma anche per continuare a sostenere la lotta popolare nonviolenta contro l’occupazione israeliana. Questo l’appello di associazioni di donne palestinesi e israeliane, ma anche internazionali, partiti politici e comitati popolari , oggi insieme nel villaggio della Cisgiordania.

Ramallah 07 gennaio 2011 Nena News – Associazioni di donne, sindacati, partiti politici, organizzazioni della società civile palestinese e israeliana, ma anche attivisti internazionali, saranno a Bi’lin oggi per ricordare Jawaher Abu Rahme, la donna palestinese di 36 anni uccisa dai gas lacrimogeni lanciati sui manifestanti dall’esercito israeliano il 31 dicembre, nel villaggio della Cisgiordania.

Jawaher Abu Rahme, è stata ricoverata all’ospedale di Ramallah in seguito ad una insufficienza respiratoria dovuta alle inalazioni di gas lacrimogeni, ed è morta alle 9 di mattina di sabato 1 gennaio. Jawaher era la sorella di Bassem, attivista del comitato popolare, ucciso da un gas lacrimogeno che gli ha perforato il torace il 17 aprile 2009.

Quattro giorni dopo la sua morte l’esercito israeliano ha tentato di screditare il resoconto dei medici palestinesi e con l’aiuto di gran parte della stampa israeliana ha diffuso un’altra versione dei fatti che imputa alla leucemia la morte della giovane donna. Contraddicendo poi nuovamente tale versione e sollevando le critiche dei familiari di Jawaher cosi come del comitato popolare di Bi’lin, ma anche di molte associazioni israeliane.

Oggi, centinaia di donne parteciperanno a Bi’lin alla protesta settimanale, in una veglia silenziosa per ricordare Jawaher ma anche per continuare a sostenere la lotta popolare nonviolenta contro l’occupazione, la costruzione del muro, la confisca delle terre e l’espansione delle colonie.

Hanno risposto all’appello e saranno presenti anche 30 associazioni di donne israeliane che hanno condannato l’uso di ogni tipo di arma e violenza utilizzate per la dispersione delle manifestazioni popolari in Cisgiordania. In un comunicato stampa diffuso ieri, le associazioni femministe, tra cui la Coalition of Women for Peace e Machsom Watch, accusano l’esercito israeliano di diffondere false informazioni in merito alle circostanze del decesso della donna, la cui morte è “il risultato dei ripetuti attacchi delle forze armate ai manifestanti nonviolenti che protestano contro il furto delle loro terre”. Le organizzazioni hanno inoltre espresso un chiaro e forte sostegno alle manifestazioni del comitato popolare di Bi’lin e alla famiglia di Abu Rahme. Dalit Baum, della Coalition of Women for Peace, ha dichiarato che “l’omicidio di Abu Rahme è una forma di violenza contro le donne, (…) e come in tutti i casi di violenza contro il genere femminile le organizzazioni femministe non rimarranno in silenzio fino a quando non saranno resi noti i responsabili”.

Nena News pubblica sotto l’appello per l’appuntamento di oggi (venerdì), al quale parteciperà anche la Vice Presidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, in rappresentanza delle Donne in Nero e dell’Associazione per la Pace. (Nena News)

Venerdì 7 gennaio
Ore 11.30 a Bil’in
Appello alle donne per ricordare e omaggiare la memoria di Jawaher Abu
Rahmeh, uccisa dall’occupazione israeliana

Mentre il mondo celebrava il nuovo anno, Jawaher Abu Rahmeh, donna
palestinese di 36 anni residente nel villaggio di Bil’in, è stata
uccisa dai gas lacrimogeni utilizzati in modo massiccio dalle forze di
occupazione israeliane contro persone nonviolente e pacifiche –
Palestinesi, Israeliani e Internazionali - che insieme manifestavano
per fermare il Muro e l’Occupazione.
Jawaher ogni venerdì manifestava, marciando verso la barriera di
separazione che ruba la terra dei contadini palestinesi per la
costruzione di nuove colonie israeliane. Come molte altre donne
palestinesi, Jawaher era coraggiosa, fiera e piena di dignità.
Sua madre stava ancora vivendo il lutto per la perdita del suo amato
figlio, Bassem, anche lui ucciso due anni fa dall’Esercito israeliano.
Adesso, accanto a lui, dovrà piangere anche la perdita della sua amata
figlia. È nostro dovere essere accanto alla famiglia Abu Rahmeh in
questo nuovo, terribile momento di perdita e profondo sacrificio.
Non possiamo dimenticare Jawaher e la sua lotta per la libertà e il
diritto di vivere nella sua terra.
Nonostante la brutalità dell’Occupazione, i palestinesi non rinunciano
ai loro diritti e alla libertà.
La resistenza pacifica e nonviolenta sta crescendo nei villaggi e
nelle città per lottare e porre fine all’Occupazione, agli
insediamenti illegali e alla loro espansione, al Muro dell’Apartheid,
all`assedio di Gaza e alle politiche razziali imposte ai palestinesi
nella vita di ogni giorno.
Questo venerdì 7 gennaio alle 11.30 facciamo appello a tutte le donne
perché partecipino ad una veglia silenziosa a Bil’in, per esprimere il
nostro dolore e cordoglio per la perdita di una donna palestinese
gentile e coraggiosa, una resistente nonviolenta, Jawaher Abu Rahmeh.
Il nostro obiettivo è che la veglia silente e vigile sia udita come un
tuono in tutto il mondo. Dobbiamo rendere omaggio a Jawaher e a tutte
le donne palestinesi che lottano per i diritti del loro popolo alla
libertà e all’autodeterminazione, per la fine dell’Occupazione e per
l’ottenimento di tutti quei diritti che spettano ad ogni essere umano.

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