domenica 9 gennaio 2011

CIAO LUISA

L'altra sera, venerdì 7 gennaio abbiamo salutato Luisa per l’ultima volta. La sala della sede della comunità di S. Paolo era piena di gente, doveva essere una festa, un saluto gioioso e vitale come lo avrebbe voluto lei, ci ha detto suo figlio. Tuttavia era difficile nascondere il turbamento, la commozione l’incredulità e talvolta le lacrime ricacciate giù con sforzo. Perché era irreale pensare di non vedere più di non avere più accanto una persona come Luisa sempre presente in ogni lotta in ogni manifestazione in difesa della giustizia. Conoscevo Luisa da molti anni e a volte ci siamo trovate assieme in qualche iniziativa e avevo apprezzato la forza e l’energia, la convinzione con cui portava avanti il suo messaggio. Nicoletta ha ricordato il suo intervento a Bassano quando ha letto le storie del muro, da lei stessa scritte davanti all’installazione di Mario, durante la mostra di arte contemporanea del 2005, ma ancora di più ricordo lo stupore e l’incredulità che provai quando riuscì a farsi ascoltare e zittire le persone assembrate nella birreria del forte Prenestino che facevano un casino infernale parlando tutte assieme. Senza neppure alzare troppo la voce cominciò a raccontare senza scomporsi e in pochi minuti ottenne il silenzio, l’attenzione, gli applausi.
Impresso mi è rimasto anche un suo spettacolo dove usava solo le mani come unico mezzo espressivo e i racconti che ci faceva delle realtà drammatiche di cui era stata testimone.
Si conosce spesso solo una parte delle persone che fanno la nostra stessa strada e così attraverso le testimonianze degli altri che l’hanno ricordata ho potuto farmi un quadro completo della compagna che avevamo perduta anche se nessuno riesce ancora a crederci. Luisa era a volte dolcissima, a volte ruvida, ha ricordato Patrizia, a luglio in Palestina avevamo condiviso la camera alla Mezzaluna rossa e in un’occasione abbiamo avuto un diverbio, una sciocchezza che abbiamo subito risolto e chiarito, ora mi dispiace di essermi arrabbiata, ma accade sempre quando si perde qualcuno di avere dei rimorsi, è stato così anche quando ho perso mia madre e poi mio padre e poi tanti altri.
I ricordi dei suoi amici e compagni di strada ci hanno restituito l’immagine di una donna che ha lottato per la giustizia fin dalla prima giovinezza, un compagno ce la mostrava, esile figurina che per essere più incisiva montava su una sedia e si lanciava addosso a non so quale personaggio che in quel momento rappresentava un oppressore, irruenta, incontenibile, irriverente, questi gli aggettivi usati dai suoi amici, una foto a lei cara ce la mostra vestita da madonna in pompa magna, ed essendo il suo viso adeguato a rappresentare una dolce madonna solo in un secondo momento si nota che la madonnina ha una sigaretta in bocca e uno sguardo strafottente e dietro l’immagine un verso di una poesia di Trilussa: la luce forse è flebile, dice la lucciola, però questa è la mia.
Femminista e sostenitrice di ogni causa giusta, dalla parte degli oppressi e dei diritti umani sempre. Un impegno che ha il carattere dell’autenticità e della coerenza, Luisa è stata un’artista, ha fatto teatro ed è stata una valente fotografa, ma il suo talento non lo ha mai venduto né svenduto. E’ stata fedele a se stessa e ai suoi concetti e ideali di giustizia e di amore e così ce la ricorderemo e ci sembrerà che ci accompagni in mezzo alla folla delle prossime manifestazioni.

Nessun commento: