giovedì 20 gennaio 2011

Sionisti all'opera contro l'arcivescovo Desmond Tutu

L’arcivescovo Desmond Tutu criticato dai gruppi sionisti in Sudafrica per il sostegno dato ai palestinesi

Pubblicato da ab il 15/1/11 • Inserito nella categoria: Primo Piano

Scritto il 2011-01-15 in News

Imemc. A causa del suo sostegno esplicito alla Palestina, la Federazione sionista sudafricana ha chiesto che l’arcivescovo Tutu venga destituito o dia le dimissioni dalla sua posizione di patrono del Centro per l’olocausto di Città del Capo, e del Centro per l’olocausto e il genocidio di Johannesburg.

Il prelato si trova infatti sotto attacco per aver parlato contro l’occupazione d’Israele in Palestina: lo scorso ottobre aveva persino chiesto all’opera di Città del Capo di non recarsi in Israele, per motivi di uguaglianza e di diritti umani: “Solo i sudafricani più insensibili non avrebbero problemi a esibirsi di fronte a un pubblico che esclude, ad esempio, gli abitanti di un villaggio occupato della Cisgiordania a mezz’ora da Tel Aviv (ai quali non è nemmeno permesso recarsi nella stessa Tel Aviv), e che include i loro vicini ebrei, sistemati in una colonia abusiva costruita su territorio palestinese occupato”.

Dopo aver pronunciato queste parole, Tutu è stato criticato duramente dai sionisti in Sudafrica e all’estero: l’ambasciatore israeliano ha accusato Tutu di “faziosità”, mentre Alan Dershowitz, professore di legge a Harvard, lo ha definito “bigotto” e “anti-semita”.

I membri di Open Shuhada Street hanno così lanciato una petizione in difesa di Tutu, la quale si oppone alla sua destituzione, chiesta dal vice-direttore della Federazione sionista sudafricana David Hersch. Nelle prime quarantott’ore, oltre 1.000 persone hanno aggiunto i loro nomi al documento; attualmente vi sono più di 1.600 firme, incluse quelle di alcuni personaggi famosi, quali Arthur Chaskalson, Lord Joel Joffe, Omar Barghuthi, Adam Hochshild, Andrew Feinstein, Annie Lennox e Zackie Achmat.

PETIZIONE A DIFESA DELL’EMERITO ARCIVESCOVO DESMOND TUTU

L’Emerito Arcivescovo Desmond Tutu ha criticato pubblicamente la politica israeliana nei confronti dei palestinesi che vivono a Gaza e in Cisgiordania. Ha inoltre criticato gli attacchi dei palestinesi ai civili israeliani. Tali critiche sono ben note. Di recente, tuttavia, le sue critiche a sfavore d’Israele hanno scatenato aspri attacchi personali. Nell’ambito delle richieste di destituirlo dal ruolo di patrono dei Centri per l’olocausto di Città del Capo e di Johannesburg, appartenenti alla Fondazione sudafricana per l’olocausto, Tutu è stato attaccato ed etichettato come anti-semita e bigotto.

Ogni disaccordo andrebbe discusso apertamente, ma simili attacchi sul piano personale sono del tutto inaccettabili.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nella quale persero la vita 60 milioni di persone, la Germania nazista uccise socialisti, gay e lesbiche, rom e combattenti della resistenza, ma il suo sterminio più sistematico fu diretto contro il popolo ebraico. Sei milioni di ebrei furono infatti trasferiti nei ghetti e nei campi di concentramento, prima di venire assassinati.

Questo grottesco crimine contro l’umanità non andrà mai dimenticato. Il suo retaggio e la sua lezione appartengono a tutti gli esseri umani, e tutti gli esseri umani devono farne tesoro. Il razzismo – che comprende l’anti-semitismo, il sessismo, la xenofobia, l’omofobia e l’inumanità – dev’essere contrastato dovunque nasca. Come affermato dalla dichiarazione d’intenti della Fondazione sudafricana per l’olocausto, dobbiamo costruire “una società più giusta e altruista, in cui i diritti umani e la diversità siano rispettati e valorizzati”.

Questa è esattamente la causa alla quale Desmond Tutu ha dedicato la propria vita. Tutu rappresenta la miglior tradizione di resistenza a tutte le forme di oppressione; ci ha insegnato che capire l’olocausto comincia con il comprendere che l’unico modo per garantire la sicurezza a ognuno di noi è garantirla a tutti noi. Con le sue parole, dà corpo alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, un documento nato dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, che enuncia dei diritti che appartengono ugualmente a israeliani e palestinesi.

Utilizzare l’olocausto nel tentativo di delegittimare Tutu vuol dire minare il lascito di quel tragico evento, e insultare la memoria delle sue vittime. Chiamare Tutu anti-semita, perché ha attaccato le politiche del governo israeliano, è un gesto oltraggioso, priva il termine del suo significato e indebolisce gli sforzi necessari per sconfiggere i veri razzisti ed anti-semiti.

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