lunedì 17 gennaio 2011

GERUSALEMME, COMUNE DEMOLISCE HOTEL PALESTINESE SHEPHERD

Al posto dell'edificio storico saranno costruiti 20 appartamenti destinati a coloni israeliani, nel contesto dei progetti di sviluppo di un nuovo rione ebraico, Shimon ha-Zadik.

DI MARIO CORRENTI

Gerusalemme, 09 gennaio 2011, Nena News (nella foto lo Shepherd Hotel) – Mesi di manifestazioni e raduni di attivisti israeliani e palestinesi non hanno avuto alcun effetto sulle decisioni già prese dal Comune (israeliano) di Gerusalemme e dal governo Netanyahu. Sono iniziati oggi, come previsto, a Sheikh Jarrah, nella zona palestinese (Est) di Gerusalemme sotto occupazione dal 1967, i lavori di demolizione dell’ex Hotel Sheperd, un edificio storico. Al suo posto saranno costruiti 20 appartamenti destinati a israeliani, nel contesto dei progetti di sviluppo di una nuova colonia ebraica, che porterà il nome di Shimon ha-Zadik.

A Sheikh Jarrah peraltro prosegue lentamente ma senza sosta la penetrazione dei coloni israeliani che negli ultimi due anni sono stati in grado, grazie alle sentenze della Corte Suprema israeliana e la protezione della polizia, di occupare in quella zona diverse case sfrattando le famiglie palestinesi che le abitavano.

Una immagine dell'Hotel Shepherd quando non era circondato dalle recinzioni

Acquistato negli anni Ottanta da un facoltoso uomo d’affari statunitense legato alla destra israeliana, l’Hotel Sheperd è stato oggetto di una lunga vertenza giudiziaria che si è conclusa, come sempre in questi casi, con una sentenza a favore delle autorità comunali israeliane e dei coloni. La storia «politica» dello Shepherd inizia nel 1985 quando l’edificio, che originariamente aveva ospitato la villa del Gran Mufti di Gerusalemme Haj Amin Al-Husseini, viene acquistato, insieme all’area circostante dal miliardario ebreo americano Irving Moskowitz. Quest’ultimo, che da molti anni incoraggia e finanzia l’insediamento di coloni in diverse zone di Gerusalemme Est, chiese subito permessi per costruire venti edifici destinati a famiglie ebree. Permessi rimasti congelati fino allo scorso 18 marzo, quando è arrivato il via libera ai lavori, sollevando numerose critiche.

Nei mesi scorsi il quotidiano israeliano Haaretz aveva riferito che il «Comitato per la pianificazione ed edificazione» di Gerusalemme, ha messo a punto un nuovo piano regolatore per la città che promuove e incentiva la costruzione di edifici destinati alla popolazione ebraica in diverse aree di Gerusalemme Est. Per anni decine di architetti si sono avvicendati per ridisegnare l’ultimo piano regolatore della Città Santa, tale da poter rimpiazzare quello in uso dal 1959. Il nuovo piano regolatore non solo non tiene in alcun conto le risoluzioni internazionali ma – sottolinea l’associazione pacifista “Ir Amin” – ancora una volta «sottovaluta i bisogni della popolazione araba». Oltre 13 mila appartamenti sono previsti per i palestinesi di Gerusalemme est, meno della metà del numero che servirebbe a coprire gli effettivi bisogni dei residenti arabi da qui al 2030.

La mappa del quartiere palestinese di Sheikh Jarrah con l'Hotel Shepherd

Il piano regolatore mentre consente progetti di costruzione destinati ai residenti arabi, sia a nord che a sud di Gerusalemme est, vieta qualsiasi costruzione nell’area centrale, quella del Bacino Sacro, la vallata che si estende poco fuori dalle mura della Città Vecchia, dove da anni si concentrano gli sforzi di espansione della presenza dei coloni israeliani, in particolare nel quartiere di Silwan.

Ha festeggiato l’avvio dei lavori di demolizione dello Shepherd Hotel il gruppo del Likud (il partito del premier Netanyahu) nel municipio di Gerusalemme, notando con soddisfazione che il cosiddetto «rione Shimon ha-Zadik rafforzerà la presenza ebraica in città ». Nena News

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