venerdì 22 gennaio 2010

PHR-IL (Physicians for Human Rights – Israel)

12.01.2010



"Israele ha impedito a 17 videolesi di Gaza di recarsi in tempo per operazioni di trapianto della cornea; una donazione di dozzine di cornee è finita nella fogna."



Questa settimana, le autorità israeliane al checkpoint di Erez hanno impedito l’uscita dalla Striscia di Gaza a 17 pazienti videolesi, affetti da varie patologie agli occhi, per essere sottoposti a trapianti di cornea, un intervento che non è effettuabile nel sistema sanitario di Gaza. A causa di questo ritardo, per tali pazienti è venuta a mancare l’opportunità del varco sanitario perché i trapianti venissero eseguiti, in quanto le cornee possono essere trapiantate solo entro un breve intervallo di tempo (24 – 48 ore dopo che sono state estratte dai corpi dei donatori). I pazienti di Gaza la cui uscita era stata impedita dovranno perciò attendere per un’altra donazione, che può esserci oppure no.

All’inizio della settimana i Medici per i Diritti Umani – Israele (PHR-Israel) avevano ricevuto un avviso dal Centro Medico Musallam di Gaza. In base a tale istanza, un gruppo numeroso di 14 pazienti di Gaza, che erano stati invitati a Ramallah per il trapianto della cornea da domenica a mercoledì di questa settimana (3-5 gennaio 2010), non aveva raggiunto la loro destinazione. Altri tre pazienti si erano rivolti al PHR_Israel separatamente. Il gruppo di pazienti comprende alcune persone che erano in attesa per il trapianto della cornea da settimane o persino da mesi. L’attesa più lunga era quella del 31 enne S.A.. che era rimasto ad aspettare per questo tipo di intervento per ben tre anni.

Questa settimana, il principale Centro Medico Musallam a Ramallah aveva ricevuto dagli Stati Uniti due consegne di dozzine di cornee, donate dalla Banca Internazionale del Tessuto, un’organizzazione americana che promuove trapianti di cornee e di tessuti. Ogni anno, durante l’intervallo natalizio, vengono inviate delle cornee, in quanto in quel periodo negli Stati Uniti non hanno luogo quei tipi di operazioni, come donazione al sistema sanitario palestinese, e destinate in particolar modo agli ammalati agli occhi di Gaza.

L’indagine svolta dal Centro Medico di Ramallah sollevò la preoccupazione che l’uscita dei pazienti di Gaza era stata impedita dalle autorità israeliane e di conseguenza domenica il PHR-Israel aveva fatto una petizione urgente al DCO (District Coordination Office) di Gaza, responsabile per la concessione dei permessi di uscita ai pazienti. In tale istanza al DCO, il PHR aveva avvertito che impedendo l’uscita dei pazienti videolesi per le operazioni agli occhi questa settimana provocherà di conseguenza a loro la perdita dell’opportunità del trapianto della cornea eventualmente nel prossimo futuro, in quanto le cornee destinate ai trapianti hanno una data di scadenza molto vicina.

Questo caso, con le sue conseguenze di vasta portata per i pazienti videolesi che ora hanno perduto l’occasione di porre un riparo alla loro vista, chiarisce le molte difficoltà che devono affrontare coloro che abitano a Gaza che necessitano di assistenza sanitaria che non è dispensabile nella Striscia di Gaza. i ritardi, l’apatia e il rifiuto da parte delle autorità israeliane che ogni mese limitano l’accesso alle cure mediche a dozzine di pazienti, assume un significato particolarmente grave in questo caso, in quanto l’impedimento dell’uscita da Gaza a questi pazienti ha determinato la perdita delle cornee (che possono essere trapiantate sono entro e non più tardi delle 48 ore dalla loro donazione). Orbene, i pazienti dovranno attendere per la donazione di un’altra cornea un tempo indeterminato e la probabilità che ciò avvenga.

Il PHR – Israel protesta perciò con gran forza contro la sfrontata trascuratezza delle autorità del check point di Erez nei confronti dell’urgenza sanitaria connessa al permesso di uscita dei pazienti per gli interventi di trapianto della cornea.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a ranyaron@phr.org.ilIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

(tradotto da mariano mingarelli)
Ultimo aggiornamento ( Wednesday 20 January 2010 )

2 commenti:

Andrea ha detto...

Bugie made in Pallywood...Israele assicura da sempre cure mediche ai palestinesi

Anonimo ha detto...

"Quando arrivai alla prigione il medico michiese dove mi faceva male, un ragazzo più grande mi faceva segno di non rispondere, ma io non capii e gli dissi che mi faceva male la spalla, allora il medico cominciò a picchiarmi sulla spalla ferita" E' la testimonianza di un adolescente palestinese in detenzione amministrativa. Forse intendevi questo genere di cure?
Margò