domenica 17 luglio 2011

Israele si arricchisce con i bambini palestinesi arrestati

di Emma Mancini


Le casse israeliane si sono arricchite di 900mila dollari negli ultimi nove mesi grazie alle sanzioni e alle multe fatte pagare ai bambini palestinesi di Gerusalemme Est arrestati dall’esercito. Ieri, intanto, sono finiti in manette altri undici minori, arrestati nel quartiere di Silwan.





Un’escalation preoccupante quella delle detenzioni di minori palestinesi nella zona araba della città denunciata da Fakhri Abu Diab, residente nel martoriato quartiere di Silwan a Gerusalemme Est e membro del Comitato Popolare di Al-Bustan: oltre 900mila dollari di sanzioni sono state fatte pagare alle famiglie dei bambini arrestati e detenuti negli ultimi nove mesi.

“La polizia rapisce dei bambini e impone loro il pagamento di multe accusandoli di aver tirato delle pietre ai militari – ha spiegato Abu Diab – Le corti israeliane stabiliscono sanzioni altissime e i genitori sono costretti a pagare per far liberare i propri figli”.

Solo nel 2011, Israele ha intascato ben 500mila shekel (circa 145mila dollari) dalle sanzioni pagate dalle famiglie di 100 minori palestinesi di Gerusalemme Est. Generalmente, ogni multa è pari a 5mila shekel. A questi si aggiungono un altro milione di shekel (300mila dollari) collezionati tra i familiari di 500 detenuti maggiorenni, che sono chiamati a pagare duemila shekel a testa per essere rilasciati.

Ma non basta: a 300 detenuti sono stati fatti pagare 200 shekel a testa, per un totale di 750mila shekel; a 52 detenuti 1500 shekel a testa, per un totale di 78mila shekel; ed infine mille shekel per 31 detenuti, per un totale di 31mila shekel.

Le agenzie riportano, intanto, l’arresto da parte della polizia israeliana di altri undici bambini. Sono finiti in manette ieri nel quartiere di Silwan accusati di aver tirato pietre e petardi contro l’insediamento ebraico illegale di Beit Yonatan. Tutti i minori arrestati hanno tra i quattordici e i diciassette anni e sono stati catturati dalla polizia che è penetrata nelle loro case strappandoli ai genitori.

Secondo l’associazione palestinese Addameer, che tutela i diritti dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, i bambini attualmente detenuti in Israele sono 340. La legge israeliana considera i palestinesi maggiorenni a partire dall’età di 16 anni, in aperta violazione della Convenzione sui Diritti del Bambino del 1989 che definisce “bambino” ogni essere umano che non abbia compiuto 18 anni. Una violazione ancora più odiosa se si pensa che una simile legge vale solo per la popolazione palestinese: gli israeliani sono considerati minori fino al compimento del 18° anno d’età.

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