domenica 18 settembre 2011

Silenzio stampa sulle uccisioni a Gaza

LETTERA APERTA A TUTTI I COLLEGHI GIORNALISTI ITALIANI
di Mara Bottini

In tutti i 360 km² della Striscia di Gaza si succedono i bombardamenti di elicotteri Apache, Droni e cacciabombardieri F16 israeliani che si aggiungono ai cannoneggiamenti dal mare.
L’offensiva lanciata da Israele dopo l’attentato di Eliat – immediatamente scattata senza aprire alcuna inchiesta sui reali responsabili – colpisce i civili: solo il primo giorno, 3 i bambini morti su 9 persone.
11, 13, 2 anni i piccoli angeli schiacciati da un odio più grande di loro.
Con l’unico peccato – mortale – di esser nati gazawi.
Oggi sabato 20 agosto 2011 alle ore 11 locali le vittime confermate dagli ospedali sono oltre 40.

Da Facebook a Twitter, i giovani palestinesi della striscia più martoriata del Medio Oriente chiedono umanità, stanchi di essere prigionieri 1, 2, 3, 4 volte.
Ostaggi delle divisioni/corruzioni/politiche dei loro Governi. Fatah e Hamas.
Della ferrea volontà del Governo dei falchi israeliano,
che persegue un sistema di Apartheid in tutti i Territori Palestinesi.
E che a Gaza opera un vero genocidio. Continuo, implacabile, passivamente accettato dal mondo.
Il segretario generale dell’ONU Ban-Ki-Moon ha espresso sdegno.
Come se bastasse a salvare le vite di persone innocenti, costrette a scrutare il cielo in attesa di capire dove colpirà la prossima bomba, quale amico, moglie, sorella, figlio, fratello, cugino ucciderà.

La conta dei morti aumenta di ora in ora. Dall'altro ieri alle 17 l’attacco non è mai cessato: si sposta da Gaza City a Rafah, da Khan Yunis a Deir al Bahal fino ai confini con il Sinai, dove sono stati uccisi anche soldati egiziani. Lascia dietro di sé cadaveri di persone già disperate.
Già provate dall’operazione Piombo Fuso del 2008-2009.

La campagna militare delle Forze Armate Israeliane doveva colpire i miliziani islamisti di Hamas saliti al potere dopo le "libere" elezioni volute da USA e Israele. Che Hamas ha pensato bene di "santificare" con un bagno di sangue di civili dissenzienti e militanti di Al Fatah (500 morti in un solo giorno, neanche gli israeliani vantano un tal successo). Invece ha falcidiato più di 2.500 persone - tra cui centinaia di bambini, migliaia di civili inermi e qualche (solo qualche) miliziano.
Il 6 gennaio i carri armati israeliani hanno sparato due colpi contro una scuola dell'ONU nel campo profughi di Jabalya utilizzata come rifugio dalla popolazione dalla furia dei combattimenti tra Hamas e l'esercito israeliano. 30 morti e 55 feriti solo in questo attacco.
Fortunatamente durante tutto Piombo Fuso, gli israeliani uccisi dai razzi Qassam sono stati 4 in totale. 16 le vittime degli ultimi anni. Morti importanti, da ripettare e onorare. Come da onorare sono i 2500 caduti palestinesi.

Oggi i Gazawi temono una nuova campagna, atterriti si chiedono quando cesserà l’ennesimo massacro.
I nipoti dei sopravvissuti dell’Olocausto usano la stessa tragica matematica dei nazisti. Ma la centuplicano: 1 israeliano morto significa 100 cadaveri palestinesi. L’1 a 10 tedesco è superato.

Vorrei poteste vedere i visi, leggere i commenti su social network e siti, ascoltare il susseguirsi dei nomi di morti e feriti, di luoghi attaccati e palazzi crollati. Invece non potete. Nessun giornalista italiano può testimoniare quello che accade dentro la città-prigione.
Vittorio Arrigoni è morto e Gaza è più sola.
Sappiate però che nella Striscia coraggiosi e quasi sempre gratis, agiscono reporter, fotografi, videomaker, giornalisti. CNN, BBC, Al Jazeera, Reuters collaborano con loro.
E pubblicano notizie verificate alla fonte.

L’Italia tace. Gli articoli hanno la certezza dei numeri forniti dagli israeliani, la debolezza dei “si dice” e dei “dati non confermati” che riempie ogni articolo senza conferme ha la flebile voce palestinese.
Più spesso c’è solo il loro silenzio di morte.

Ci sono, contattate i colleghi. Non solo tutti parziali, non sono tutti hamaisti, o terroristi: il pregiudizio comune non vi spinga, cari colleghi giornalisti, a dimenticare l’obbiettività. L’umanità.
Parlate per favore un linguaggio che non sia il solito, straziante monologo dettato da Israele.

Allego telefoni, indirizzi di posta elettronica, link di siti. Indagate. Fate il vostro lavoro.
Ricordate il valore della nostra professione.
Basta guardare: video, foto, dichiarazioni mediche. Già dalle immagini potrete vedere bimbi straziati, abbrustoliti – letteralmente - da armi non convenzionali e proibite dalla legislazione internazionale come le bombe al fosforo bianco.

Guardare e scrivete. Per favore.
Contribuite a far cessare lo sterminio. Provate a guardare quelle facce stravolte, quella carne lacerata, carbonizzata, violentata. Dopo io credo, potrete pubblicare articoli più imparziali di quelli pieni di ignoranza che funestano in questi giorni web e carta stampata.

Ieri l’ANSA citava i morti di Erat, scordando che ai 6 caduti israeliani già se ne erano aggiunti 5 da Gaza. Oggi un post di Rainews http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=155690&utm_source=Rainews24+via+twitterfeed&utm_medium=twitter&utm_campaign=news
riporta le dichiarazioni di Hamas che considerano rotta la tregua con Israele stabilita nel 2009, riporta numeri e dichiarazioni di morti israeliani. Non cita nemmeno uno dei 40 gazawi uccisi dalle forze armate israeliane: da quel pezzullo si deduce che Hamas attacchi Israele, nulla a indicare che Gaza da 3 giorni è bombardata da mattina a notte fonda. E che dopo una breve sospensione all’alba, ricominciano i tuoni delle bombe e i suoni disperati delle ambulanze.
Questa informazione univoca deve finire. Ne va della nostra professione.

Nessun distinguo: sono tutti vittime e carnefici. Palestinesi e israeliani: come insegna Albert Camus l’uno si trasforma nell’altro durante l’asprezza di una guerra. Nessuna presa di posizione contro gli uni per gli altri.
Solo la richiesta di usare l’umanità che solo una verità approfondita determina, di saper guardare la differenza tra Popolo e Governo.

Le parole possono essere paragonate ai raggi X; usate a dovere, attraversano ogni cosa. Leggi, e ti trapassano. Aldous Huxley IL MONDO NUOVO.

Ecco. Siate i raggi x di questo conflitto. Raggi x anziché fotocopie.
Perché ora i media italiani non pubblicano analisi e approfondimenti bilaterali, scrivono le parole di una sola parte offesa. Dimenticando che questa è anche parte in causa. Una parte belligerante, attiva si: di Droni, Apache, F16. Attivamente omicida verso i civili così come lo è Hamas. Fortunatamente a oggi sono 10 le vittime israeliane tra soldati e cittadini. Sui 40 morti palestinesi, solo 3 i miliziani.

Lo squilibrio inizia dalle vostre penne incerte. Aiutate Gaza e i Gazawi. Non Hamas. Il Popolo palestinese. Il popolo della Striscia. Gente, persone, non terroristi.
Aiutateli ritrovando l’equanimità persa. I pregiudizi di cui sono vittime li uccidono ogni volta.

Come scrive Vittorio Arrigoni sul libro Gaza Restiamo Umani, se ognuno di noi fosse solo per un minuto al giorno palestinese così come i nostri nonni sono stati ebrei, non ci sarebbe questa strage impunita e inascoltata.
L’Europa ha combattuto Hitler e Mussolini. Italiani comuni e partigiani hanno combattuto nazismo e fascismo. La tragedia dei campi di sterminio è tra le più drammatiche e tra le più documentate della storia.

Oggi si ripete la discriminazione razziale, oggi la Striscia di Gaza è un lager a cielo aperto. Che non può liberarsi di nessuno dei suoi aguzzini. Non del proprio Governo di Hamas, che impone un vero Stato di Polizia. Non delle persecuzioni israeliane, che falcidiano vittime inermi. Non del silenzio assordante del mondo che pare non considerarli umani.

RIEPILOGO
A 6 ORE FA
Gaza Hospitals Announces The State of Extreme Emergency In Gaza City
And the Final Outcome For the Past Hour Is :
1- Five Raids On Center Gaza City .. And Two On Khanyounis City.
2- One Martyr " 13-y Old " And 12 Injuries, In the Attack Of Abu-Samra Home.
3- Two Martyrs In The Attack Of Anssar Building.
4- Abu-Samra Home Was Totally Destroyed.
5- Anssar Building, Arafat Police Academy and Al-Muntada Building Were poorly Damaged.


ORA SI AGGIUNGE LA 9 VITTIMA Mohammed Enaya, 22, just killed by israeli missiles not in Gaza but .. Eastern Zeitoun from Danmike

E nel mentre scrivevo questo pezzo, che non ha certo la velleità di essere un articolo, è arrivato il NUMERO 10. Era un uomo che percorreva la strada con la sua motocicletta a nord della Striscia.
Due i bambini feriti, nel tempo di mezz’ora. Uno ha perso le gambe.

PER UN TOTALE A ORA DI 10 MORTI E 23 FERITI GRAVI.

Ma questa conta è superata: oggi sabato 20 agosto 2011 alle ore 11 locali le vittime confermate dagli ospedali sono oltre 40.


SE VOLETE FOTO E NOTIZIE, ALLEGO I NOMI DI 2 GIORNALISTI DI GAZA.
SE VI BASTANO LE VELINE DEL GOVERNO ISRAELIANO, LASCIO A VOI IL CONFRONTO CON LA VOSTRA ETICA PROFESSIONALE

Abed Enen giornalista, Rafah mail alllove.ab@hotmail.com


Sameh Ramadan
journalist - Translator
Gaza Strip
s_ramadaan@yahoo.com
00970597211162

Mohammed Omer
@Mogaza su Twitter
Profile: Chicago/Gaza, Mohammed Omer (1984)is a Palestinian journalist. reporting for several media outlets, including the Washington Report http://en.wikipedia.org/wiki/Mohammed_Omer http://rafahtoday.org
IL suo ultimo rapporto 8 ore fa: “Gaza in the last 24 hours:15 killed, 44 injured. among them 11 children, 10 women, and 3 elderly. Israel F16s are hovering on low altitudes”

Link e siti:
- su TWITTER le parole chiave da digitare per trovare i blogger palestinesi (scrivono in inglese, sperano che la loro voce venga ascoltata) sono #ProtectGaza #Gaza #PrayforGaza
- su Facebook basta facciate la ricerca con GAZA, chi è giornalista lo scrive già nelle note introduttive.
- su Internet, oltre alla nota http://www.maannews.net/eng/ViewPage.aspx?DID=GAZ
che non è aggiornata di minuto in minuto (solo twitter dà questo vantaggio),
c’è il blog http://electronicintifada.net
quello dei Gaza Youth Breaks Out (GYBO) http://gazaybo.wordpress.com/
gruppo di giovani gazawi che si sono riuniti per urlare in 2 manifesti-dichiarazione (online) il loro sdegno, la stanchezza di essere giovani in un mondo di morte.
Da non perdere le parole dell’avvocato e attivista per i diritti umani inglese Julia Churley http://juliachurley.blogspot.com/ che condive le sorti dei gazawi con amore grande e disinteressato

Altri siti: http://occupiedpalestine.wordpress.com
http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2011/08/2011820649



Grazie. Mara Bottini
[http://a4.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/206278_1916154034460_1560260949_2006091_2651959_n.jpg]Quando muore uno di noi. occhi e anima di tutti gli altri.

Nessun commento: