sabato 7 agosto 2010

Jenin festival del Cinema

TAPPETO ROSSO A JENIN

DI IRENE PANIGHETTI – Jenin, 6 Agosto 2010 Nena -News- Al via il 5 agosto il festival del cinema a Jenin, una tre giorni importante per una città simbolo della sofferenza ma anche della resistenza dei palestinesi, dalla prima alla seconda intifada, dove alla fine degli anni Cinquanta il cinema aveva un ruolo fondamentale nello scenario culturale cittadino: costruita nel 1957, l’unica sala cinematografica di Jenin divenne un polo di attrazione per tutta la cinematografia araba, con centinaia di frequentatori che vi si recavano per assistere a proiezioni, soprattutto di film egiziani. Con gli anni il programma della sala si allargò progressivamente ai film americani, fino allo scoppio della prima Intifada. Dal 1987 per ragioni di sicurezza e di rispetto dei lutti delle famiglie, oltre che per i coprifuoco e gli scontri, il cinema fu chiuso.

Nel 2005 venne ucciso dagli israeliani Ahmed, un bambino di 12 anni e suo padre, Ismael Khatib, decise di donare gli organi, salvando la vita a sei bambini israeliani. Il regista tedesco Marcus Vetter girò un film a partire da questa storia, il cui titolo è “Il cuore di Jenin”: un successo internazionale che paradossalmente non poteva essere proiettato nella città in cui è stato girato, proprio a causa della mancanza di spazi. Nel 2008 un gruppo di lavoro germano-palestinese, tra cui lo stesso Vetter e il suo partner palestinese Fakhri Hamad iniziarono un progetto di recupero della sala: grazie a donatori internazionali e locali la sala è stata allestita per una capienza di 400 posti, possibilità di proiezioni in 3D e di un cinema all’aperto con relativo caffè. Inaugurazione il 5 agosto 2010, alla presenza delle autorità palestinese e di parte della scena culturale e musicale locale: oltre alle cerimonie ci saranno eventi promossi dal Goethe-institut, che per l’occasione ha allestito una mediateca moderna e ben fornita, e concerti di musica rock e tradizionale, tra cui quello dell’ormai famoso Trio Joubran.

Il film di apertura, proiettato il 5, è proprio “Il cuore di Jenin”, mentre il 6 tocca a “To shoot an Elephant”, un documentario di Alberto Arce e Mohammed Rujaulah sull’attacco israeliano contro Gaza conosciuto come “Operazione Piombo Fuso” del dicembre 2009-gennaio 2009; a seguire “Capitain Abu Raed”, diretto da Amin Matalqa, un film giordano del 2007 e “Hassan wa Morocus”, film egiziano del 2008. L’ultimo giorno, il 7 agosto, in programma due film famosi anche in Europa e in Italia: dapprima “Arna’s Children”, la storia di Arna Mer, israeliana che durante la prima Intifada creò un teatro per bambini a Jenin, aiutata dal 2003 dal figlio Giuliano che, dopo la morte della madre, ne ha continuato il progetto. Poi “Jenin Jenin”, del palestinese Mohammed Bakri, girato dopo l’invasione del 2002 dell’esercito israeliano nel campo profughi e in città: il regista ha documentato il massacro e la distruzione, ottenendo la censura dal Israeli Film Rating Boars che accusava il regista di essere diffamatorio e offensivo. Per entrambi i film è prevista discussione con i registi.

Un festival quindi che va al di là del semplice evento culturale: un nuovo inizio per una scena di discussione intellettuale e politica, che ambisce a divenire un posto di comunicazione e espressione per gli abitanti della città, da anni impegnati nell’opera di ricostruzione delle case e delle infrastrutture demolite dagli occupanti. (Nena-News)

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