domenica 11 aprile 2010

DISCUTIAMO

“Discutiamo.”

di Gideon Levy



I palestinesi non vogliono la pace. A dire il vero essi non accettano neppure di parlare con noi. Mentre i dirigenti del solo paese nel Medio Oriente (bene, non il solo paese), il cui saluto è universalmente espresso dalla parola “Pace”, colgono ogni occasione per gridare “discutiamo”, sono i palestinesi che rifiutano la mano tesa per la pace e che dimostrano di essere ostinati nei negoziati. Non si stanno facendo vivi. In tal caso, facci usare questo spazio per far risuonare un grido disperato rivolto ai loro dirigenti: Discutiamo.

Vediamo di discutere con un governo israeliano che vanta per lo meno sei ministri nel suo “foro dei sette”, cioè delle persone che hanno il potere di prendere decisioni al massimo livello e che affermano di non credere in un accordo con voi. Ehud Barak , che rappresenta l’ala di sinistra del gruppo, è il padre della dottrina del “non c’è un partner” che stroncò, mandandoli in mille pezzi, i resti del campo della pace israeliano. Alla sua destra siedono Moshe Ya’alon e Avigdor Lieberman, Eli Yishai e Benny Begin, tutti diretti da Benjamin Netanyahu. Nessuno di questi personaggi crede in un accordo con voi, in quanto siete dei “non-partner”. E’ solo l’America che loro desiderano tranquillizzare.

E così venite a discutere con loro. Sedete e discutete, senza preclusioni, con un governo che considera un’interruzione temporanea dell’attività di costruzione nelle colonie come un “editto” insopportabile. Sedete e discutete con coloro che già da lungo tempo hanno deciso che Gerusalemme e i blocchi permanenti delle colonie rimarranno sotto la sovranità di Israele. Venite a discutere proprio come avete già fatto con i precedenti governi, quelli che si sono fatti riprendere nelle foto con voi e poi hanno impiantato colonie sulla vostra terra, hanno proposto soluzioni di “vasta portata” che non raggiungono lo scopo di un giusto minimo dal vostro punto di vista e poi uccidono 1.400 persone nell’Operazione Piombo Fuso.

Venite a discutere con coloro che hanno imposto un assedio brutale alla vostra Striscia di Gaza. Parlate con coloro che non sono disponibili a colloquiare con un movimento che ha preso la maggioranza dei voti in una elezione democratica. Discutete con coloro che hanno imprigionato il vostro padre fondatore nella Muqata, sostenendo che rappresenta un ostacolo alla pace, e, dopo che si è tolto dalla scena, hanno detto che il suo successore era “troppo debole” per fare la pace. Venite a discutere con coloro che sostengono che questa mancanza di pace è dovuta al terrorismo, e che quando non c’è terrorismo, non c’è neppure la pace.

Discutete con una società che non vuole la pace, bensì la “separazione” da voi. Venite a discutere con coloro che hanno imprigionato 11.000 vostri compatrioti, alcuni dei quali senza processo, tra loro altri sono prigionieri politici, inclusi i membri del parlamento. Discutete con chi ha varato la recente legge sulla Naqba, la legge che nega la vostra tragedia, e la legge sulla Cittadinanza, la quale impedisce al vostro popolo, e solo al vostro popolo, il diritto fondamentale di contrarre matrimonio. Venite a discutere con coloro che non riconoscono il vostro problema riguardante i profughi e non sono neppure disponibili a discutere del diritto al ritorno dei profughi. Parlate loro: ne verrà molto per voi.

Venite a discutere con dirigenti che hanno dichiarato guerra a quei pochi attivisti per la Pace che sono rimasti nella loro società. Discutete con coloro che sparano contro i dimostranti e li arrestano nelle loro case. Venite a discutere con una società, il cui leader nel campo della Pace, Yitzhak Rabin, è stato assassinato in quanto desiderava fare la pace con voi. Venite a discutere con un primo ministro che, una volta, se ne stava a Gerusalemme, in Zion Square, mentre i dimostranti brandivano false foto di Rabin che indossava l’uniforme della SS e non ha protestato. Venite a discutere con un paese cha cambia i suoi governi con un ritmo che fa venire le vertigini, un paese nel quale proprio due dei suoi primi ministri, alla fine del loro mandato, erano disponibili ad offrirvi proposte minime, quasi-ragionevoli prima che i loro successori ripudiassero quelle offerte come se non fossero mai esistite. E’ con loro che dovreste discutere.

Discutete con un paese che ha bisogno di reclutare un’intera divisione di soldati solo per evacuare un caravan costruito da usurpatori di terra. Dovrete supporre che i loro capi saranno talmente forti da sfrattare decine di migliaia di coloni. Discutete con i capi di una società che è profondamente impantanata nel compiacimento, una società che crede realmente che il suo esercito è il più morale del mondo, una società che per anni ha tenuto coperta la sua faccia alla luce della rovina che l’esercito vi ha arrecato in suo nome.

Discutete con coloro che non hanno mai creduto che voi siate degli esseri umani di importanza uguale alla loro. Discutete con coloro che credono di essere il popolo eletto e che questa terra è soltanto loro.

Discutete con coloro che fanno strade per l’uso esclusivo dei soli ebrei, che controllano sistematicamente i loro concittadini arabi e che pensano che tutti coloro che osano criticarli siano antisemiti. Discutete con coloro che pensano che gli Stati Uniti siano sistemati per bene nella loro tasca posteriore, la qual cosa fino a qui ha dimostrato di essere corretta. Discutete con loro tramite “l’imparziale” mediatore americano, quello che tende sempre ad adottare una posizione sfavorevole nei vostri confronti e che invia persino emissari ebraico-sionisti perché fungano da mediatori nei colloqui.

Tenete per bene le vostre dita incrociate, visto che nutrite la speranza che l’America alla fine sia sul punto di fare un voltafaccia.

Palestinesi, avversari della pace quali voi siete, venite al tavolo delle trattative. Venite a parlare di pace, poi guardate come la vostra presenza al tavolo inaugura improvvisamente un’era di pace, mentre l’occupazione sta dando il bacio della morte.
(tradotto da mariano mingarelli)

1 commento:

Andrea ha detto...

E quindi Israele sarebbe l'unico paese al mondo che come un verme tremolante non dovrebbe difendersi e dovrebbe lasciare il terrorismo libero di esprimersi contro donne e bambini purché ebrei quindi cani scimmie e maiali? Il tutto per saziare l'odio dei suoi nemici? Ormai è chiaro e palese che l'ideologia di sinistra non riconosce patria nè appartenenza, ma solo odio per chi non condivide certe idee terzomondiste.