martedì 7 settembre 2010

E' del Fronte Popolare perciò....deve morire

Amira Hass : Khaleda Jarrar ha bisogno di cure mediche,ma è intrappolata in Cisgiordania

Sintesi personale Un mese e mezzo è passato da quando il dottore ha consigliato a Khaleda Jarrar un esame urgente al cervello. I primi test sono preoccupanti, ma ulteriori informazioni sono necessarie per fare una diagnosi esatta: gli ospedali della Cisgiordania non hanno attrezzature disponibili. Il medico che decide sulla salute dei palestinesi non ha fretta.Jarrar, 47 anni, è membro del Consiglio legislativo palestinese del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, non può viaggiare all'estero per motivi di sicurezza,una formula ambigua.Circa due anni fa è stata nominata membro di un comitato di riconciliazione palestinese al Cairo, ma le è stato vietato di lasciare la Cisgiordania e di partecipare. Lei allora non lottò ,ma ora la situazione è diversa. Così Jarrar si rivolge a un amico, l' avvocato Hassan Mahmoud del gruppo Ad-Damir che supporta i prigionieri. In seguito a una lettera inviata da Hassan , l'Amministrazione Civile risponde, per iscritto ,che nulla impedisce alla donna di recarsi ad Amman, affermazione confermata di nuovo il 30 agosto .Lunedi Jarrar arriva al ponte Allenby alle 09:15 . Ha un appuntamento in ospedale, i documenti, tutto sembra in regola.L'impiegata dopo aver controllato il passaporto, le chiede di aspettare. Dopo un'ora di attesa la parlamentare fa presente di essere malata.. L'impiegata si rivolge a una poliziotta che le nega l'autorizzazione e non accetta di parlare con l'avvocato Un portavoce dello Shin Bet ha dichiarato ad haaretz che "Khaleda Jarrar è attiva nell'organizzazione terrorista del Fronte Popolare, pertanto non può recarsi all'estero per motivi di sicurezza e raccomanda alla persona in questione di seguire la normale trafila e rivolgersi all'Amministrazione civile"Amira Hass / No exit: A Palestinian legislator trapped in the West ...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono contro la pena di morte e particolarmente scandalizzata e infuriata contro condanne misogine e di estrema crudeltà e sadismo come la lapidazione, condanne non rare purtroppo in Iran. Tante donne e ragazze ci hanno fatto le spese solo perchè volevano vivere una vita normale. Però almeno contro queste pratiche criminali il mondo intero protesta e in modo trasversale. Quello che accade invece a donne come Kaleda Jarrar pare non interessare nessuno, eppure non è la prima volta che Israele condanna a morte una donna malata di cancro impedendole di curarsi, mi ricordo bene il bel sorriso di una ragazza di Gaza, Fadwa, che subì un doppio calvario, quello del cancro e quello del rifiuto israeliano di farla uscire da Gaza per curarsi, allora non c'era ancora Hamas al potere.Fadwa morì prima di poter uscire dalla prigione-Gaza, speriamo che non accada altrettanto a Kaleda. In bocca al lupo Kaleda e un forte abbraccio
Rebecca

Anonimo ha detto...

Ciò che rischiano Sakineh e Kaleda sono facce diverse della stessa crudeltà. La crudeltà di chi avendo il potere vuole mantenerlo sulla pelle delle donne a qualsiasi prezzo
Vanessa

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo in linea di massima con Vanessa e Rebecca e tuttavia il caso di Kaleda è il caso di una donna che non viene presa di mira per qualcosa di personale (tradire il marito) ma per il suo impegno politico generoso di chi lotta per la propria liberazione e per quella di tutto il suo popolo.
Rita