lunedì 6 febbraio 2012

Sionisti alla riscossa, ancora problemi per Bakri la verità è proprio difficile da digerire

ISRAELE: “IM TIRZU”, MILITANTI CONTRO OGNI DISSENSO
L'organizzazione, che sostiene di operare per rafforzare i valori del sionismo, ha avviato una campagna chiedendo di boicottare il noto artista e regista palestinese-israeliano Muhammad Bakri.

SERGIO YAHNI

Gerusalemme, 04 febbraio 2012, Nena News – La sempre piu’ influente organizzazione ultranazionalista Im Tirtzu ha chiesto nei giorni scorsi ai suoi membri di inviare lettere di protesta contro la partecipazione del noto, anche all’estero, attore palestinese-israeliano Mohammed Bakri nell’opera di Federico Garcia Lorca, “La casa di Bernanda Alba”. Non solo Im Tirtzu aveva anche organizzato una manifestazione il 30 gennaio, qualche ora prima dell’inizio della rappresentazione teatrale.

L’organizzazione di destra afferma che il boicottaggio è la risposta al film di Bakri “Jenin Jenin”, basato su eventi realmente accaduti. Il film ricostruisce la battaglia del 2002 nel campo profughi di Jenin, utilizzando le testimonianze dei residenti.

La pellicola è stata vietata in Israele, mentre alcuni soldati riservisti di stanza a Jenin hanno intentato causa per diffamazione perché il film avrebbe infangato i loro nomi. Il giudice ha respinto il ricorso, sottolineando però che Bakri non ha dimostrato buona fede e che la sua interpretazione degli eventi non era comprovata da report di gruppi per i diritti umani. Bakri ha risposto dicendo di aver “visto centinaia di film che negano o ignorano quello che accade ai palestinesi, ma nessuno si è sognato di lamentarsi o di bandire nessuna pellicola”.

L’appello al boicottaggio dell’artista palestinese è l’ultima mossa di Im Tirtzu nell’ambito di una campagna più vasta avviata contro coloro che si sarebbero macchiati di slealtà, sovversione e tradimento contro le istituzioni israeliane. Tra le altre cose, attivisti di Im Tirtzu hanno spiato alcune lezioni all’Università di Tel Aviv, per poi accusare professori o ricercatori che si dimostravano contrari alla loro ideologia radicale.

All’inizio di gennaio, il professore di sociologia Yehouda Shenhav dell’Università di Tel Aviv è stato ripreso da una telecamera mentre faceva lezione e più tardi ha ricevuto una lettera in cui veniva avvertito di pensarci due volte prima di esprimere ancora le proprie idee “in un modo che ti svergogna, perché è saggio mantenere il silenzio”. Im Tirtzu ha inviato una lettera di lamentele contro Shenhav anche al Consiglio Nazionale per l’Educazione Superiore.

Un recente studio condotto da accademici, studenti e artisti ha svelato l’esistenza di una lista nera redatta da Im Tirtzu e altri due gruppi, Isra-Campus e Israeli Academia Monitori, e che indica che il 10% dei professori israeliani è antisionista. La lista comprende oltre un migliaio di cittadini israeliani, per lo più accademici, ma anche scrittori, giornalisti, politici e altri personaggi pubblici.

Il punto è che simili organizzazioni maccartiste non sono marginali nella politica israeliana. Secondo il quotidiano Ha’aretz, i contributi a Im Tirtzu sono quadruplicati lo scorso anno. Tra i donatori ci sono i più grandi gruppi finanziari, come Azrieli Group e Leo Schachter Diamond Company. In molti casi, comunque, i finanziatori non rivelano la loro identità.

Nel 2007, Im Tirtzu ha registrato entrate totali per 260mila shekel (circa 52mila euro) in contribuzioni. Stando alla più recente dichiarazione dell’associazione, l’organizzazione ha speso 1,14 milioni di shekel (quasi 230mila euro) in campagne promozionali nel corso del 2010 – più di dieci volte di quello che era stato investito nel 2009. Il rapporto rivela inoltre che l’organizzazione ha ricevuto un totale di 1,66 milioni di shekel (oltre 330mila euro) in contributi nel 2010, circa quattro volte quanto ottenuto nel 2009.

Nel 2008 e nel 2009, Im Tirtzu ha anche ricevuto una donazione annuale pari a 374mila shekel (quasi 75mila euro) da “Christians United for Israel – CUFI”, organizzazione fondamentalista cristiana degli Stati Uniti. CUFI, che è parte della lobby pro-israeliana negli USA, è guidata da David Brog. Anche il reverendo John Hagee, un urlante predicatore texano anti-cattolico e islamofobico, è membro del comitato esecutivo. Hagee ha in passato affermato di credere che l’Olocausto sia stato voluto da Dio perché la maggior parte degli ebrei ignorava la chiamata sionista di Herzl a emigrare in Palestina. Hagee ha inoltre dichiarato che la persecuzione da parte di Hitler contro gli ebrei era solo un “piano divino” per spingerli a creare il moderno Stato di Israele.

La chiamata di Im Tirtzu a boicottare Bakri e gli attacchi dell’organizzazione ai professori israeliani rientrano nel tentativo di garantire la permanenza di Netanyahu al governo, cancellando quel che resta del liberalismo israeliano. Così come i suoi finanziatori fondamentalisti, Im Tirtzu non aggredisce organizzazioni che apertamente si oppongono al sionismo, ma prende di mira coloro che criticano lo Stato e il sionismo al di fuori del sistema istituzionale.

In una nota, lo stesso Netanyahu ha recentemente accusato il quotidiano Ha’aretz, che adotta un’interpretazione più liberale del sionismo, di essere un agente nemico. Secondo l’editore del Jerusalem Post, Steve Lindy, il premier israeliano ha detto che “il New York Times e Ha’aretz hanno avviato una campagna anti-israeliana in tutto il mondo. I giornalisti li leggono ogni giorno e basano le loro storie su quello che leggono sul Times e Haaretz”. Nena News

Nessun commento: