domenica 6 giugno 2010

Rachel Corrie rinviata espulsione

RACHEL CORRIE, RINVIATA ESPULSIONE IRLANDESI
Irlandesi rifiutano di firmare "ammissione di responsabilita'" richiesta da Israele. Gia' espulsi i malesi e il cubano. Attende conferma notizia del ferimento ieri a bordo di un giornalista malese.

Tel Aviv, 06 giugno 2010, Nena News – Si trovano ancora all’aeroporto di Tel Aviv, in attesa dell’espulsione, i cinque attivisti irlandesi che ieri erano bordo della nave «Rachel Corrie» diretta a Gaza con un carico di aiuti umanitari sequestrata in mare dalla Marina militare israeliana e trainata al porto di Ashdod. Secondo una portavoce del dipartimento di immigrazione di Israele, gli irlandesi, tra cui il premio Nobel per la pace Mairead Maguire, intendono presentare ricorso alla magistratura contro il provvedimento di deportazione e si rifiutano di firmare il documento di «ammissione di responsabilità» che consentirebbe la loro espulsione immediata.

Firmando quel documento l’attivista riconosce di «essere entrato illegalmente in territorio israeliano». Una ammissione che Mairead Maguire e gli altri irlandesi ritengono «assurda» poiché sono stati portati con la forza nello Stato ebraico dopo essere stati bloccati in acque internazionali. Lo stesso rifiuto opposero gran parte 700 passeggeri delle sei navi della «Freedom Flotilla» intercettate lo scorso 31 maggio dalle unità navali israeliane. Se effettivamente presenteranno ricorso, gli attivisti dovranno aspettare fino a 72 ore prima che un giudice esamini il loro ricorso.

Un gruppo di sette attivisti invece e’ stato espulso oggi verso la Giordania, secondo quanto riferito dalla radio israeliana. Si tratta di sei malesi e un cubano che attraverso il valico di Allenby sono entrati in Giordania. Tra gli espulsi anche il giornalista indonesiano Surya Fachrizal, 28 anni, che secondo alcune fonti sarebbe l’unico rimasto ferito ieri nell’abbordaggio da “un colpo di pistola nella parte destra superiore del torace”. La notizia attende ancora una conferma.

La «Rachel Corrie» è stata intercettata ieri mattina da navi da guerra israeliane e costretta a dirigersi verso il porto di Ashdod. Un’azione di forza che per fortuna non si è conclusa in un bagno di sangue. Lunedì scorso le unità scelte dello Stato ebraico uccisero nove attivisti su un traghetto turco, il «Mavi Marmara», che faceva parte della «Freedom Flotilla». Ieri in linea con il rifiuto di un compromesso con le autorità dello Stato ebraico, che avevano «offerto» di far scaricare gli aiuti umanitari al porto di Ashdod e non di Gaza city, comandante e passeggeri della «Rachel Corrie» hanno ignorato l’ordine giunto prima dell’arrembaggio dalla Marina militare israeliana di invertire la rotta. «Noi – ha spiegato uno degli attivisti a bordo della «Rachel Corrie», John Graham – non accettiamo alcun compromesso che legittimi l’assedio navale israeliano contro la Striscia di Gaza».

Tra gli 11 passeggeri della nave pacifista oltre a Mairead Maguire, ci sono anche Denis Halliday, ex vice Segretario Generale dell’Onu; Matthias Chang Wen Chieh, già segretario politico del primo ministro malese Mahathir Mohamad; e il deputato malese Mohd Nizar bin Zakaria.

(red) Nena News

1 commento:

Andrea ha detto...

Ah, se hai voglia puoi rinfrescarti il caso della Rainbow Warrior di Greenpeace. La nave di Greenpeace fu affondata nella rada di Auckland, Nuova Zelanda, da due bombe piantate da dei commando dei servizi segreti francesi per impedirle di disturbare i test nucleari di Parigi in corso all’atollo di Mururoa. Il raid fu ordinato direttamente dall’allora presidente François Mitterrand e costò la vita a un fotografo. Non ci furono inchieste internazionali o sessioni d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Non ci furono polpettoni moralistici per giorni e giorni da Jakarta a Johannesbourg. Come si spiega quest’incredibile doppio standard tra come si comportarono rispettivamente la Francia e Israele e come reagì il mondo allora e come reagisce adesso? La Francia dopotutto meritava una condanna peggiore (e le sue odierne condanne di Israele sanno dunque d’ipocrisia) di Israele!